La Nuova Sardegna

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IL DIBATTITO

Giuseppe Pirinu: «Voucher addio, un grave errore»

TEMPIO. Sulla questione dei voucher interviene Giuseppe Pirinu, coordinatore scientifico del centro studi regionale dei consulenti del lavoro. «Se l'esigenza era quella di far fronte ad un fenomeno...

04 aprile 2017
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TEMPIO. Sulla questione dei voucher interviene Giuseppe Pirinu, coordinatore scientifico del centro studi regionale dei consulenti del lavoro. «Se l'esigenza era quella di far fronte ad un fenomeno decisamente sfuggito di mano, la soluzione di eliminarli totalmente anziché rivederli è stata una risposta sbagliata, non rispondente alle necessità del momento se non a quelle di evitare in fretta e furia il Referendum Abrogativo. Questo è stato l'epilogo dei "Voucher", termine più che altro giornalistico con il quale si identifica il "Lavoro Accessorio". Nato nel 2003 con la Riforma Biagi e destinato al settore domestico, al giardinaggio, all'insegnamento e a altri piccoli lavori, attività che dovevano essere rese da determinate categorie di soggetti svantaggiati, venne modificato in maniera significativa con la riforma Fornero del 2012 ove si allargava a tutti i settori produttivi ed alla generalità dei prestatori di lavoro la possibilità di utilizzare lo strumento. Con il Governo Letta scomparve ogni riferimento alla "natura meramente occasionale della prestazione" e con il Jobs-Act il limite economico veniva portato a 7.000 euro l'anno per ogni lavoratore. Da ultimo con il correttivo allo stesso Jobs-Act venne introdotto un sistema di comunicazione preventiva, almeno 60 minuti prima della prestazione, con lo scopo prevenire gli abusi. Ma questo, quello degli abusi, è stato il vero tasto dolente». Pirinu che è anche capogruppo di maggioranza in Comune con delega al lavoro, aggiunge: «Il legislatore ha voluto con un sol colpo di spugna abrogare definitivamente l'istituto. Si sta in realtà pensando ad alcune misure compensative come i "mini jobs" sul modello tedesco per le famiglie o circoscrivere, aumentando il valore nominale del buono, la possibilità di utilizzo in determinati settori ed in casi particolari. Tutte soluzioni che aumentano i costi. Ci mette una pezza il Ministero del lavoro invita i committenti ad applicare le regole preesistenti durante il periodo transitorio. Si stima che ci siano in circolazione ancora circa 35mila buoni da spendere. Se l'intento del legislatore era quello di mettere ordine, ho paura che il risultato non possa essere raggiunto. La morte dei voucher produrrà l'effetto di aumentare il lavoro nero». (s.d.)

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