Svaligiata la villa di un banchiere
Porto Cervo, la vittima: «Ho sporto denuncia ma non è stata aperta un’indagine»
28 settembre 2017
2 MINUTI DI LETTURA
ARZACHENA. La sua villa di Porto Cervo è stata svaligiata a Ferragosto, ma alla denuncia non ha fatto seguito alcuna indagine. Lo denuncia attraverso le pagine del quotidiano “Il Giornale” un banchiere inglese di stanza a Ginevra. Il ricco uomo d’affari ha scritto un lettera al ministro degli Interni Marco Minniti piena di indignazione. Nella missiva racconta l’episodio di cui è stato vittima e la rabbia nell’essersi sentito rispondere dalle forze dell’ordine che non avevano tempo di indagare.
Nella notte di Ferragosto, ricostruisce i fatti il quotidiano, la villa affittata al banchiere a Porto Cervo viene svuotata dai ladri. Vengono portati via Rolex, borse di marca, accessori di griffe famose, una cassaforte con 15mila euro di contanti e i generatori di password per i conti di Ginevra e Singapore. La famiglia, che sta riposando nella casa, non si accorge di nulla. Forse narcotizzata. Il giorno dopo, l’amara sorpresa e la corsa al commissariato di Cannigione per denunciare il furto. «Gli agenti hanno risposto che non avevano tempo per questa attività», si legge nell’atto che l’avvocato del banchiere ha trasmesso alla Procura di Tempio. Nella lettera al ministro Minniti il banchiere scrive di ritenere che «nessuna indagine sia stata iniziata dal commissariato e che nessuna immagine delle telecamere sia stata acquisita». La vittima del furto onclude dicendo «che questo atteggiamento ha creato nello scrivente un senso di sfiducia verso lo Stato italiano e le forze dell’ordine tanto che intende segnalarlo al Consolato».
Nella notte di Ferragosto, ricostruisce i fatti il quotidiano, la villa affittata al banchiere a Porto Cervo viene svuotata dai ladri. Vengono portati via Rolex, borse di marca, accessori di griffe famose, una cassaforte con 15mila euro di contanti e i generatori di password per i conti di Ginevra e Singapore. La famiglia, che sta riposando nella casa, non si accorge di nulla. Forse narcotizzata. Il giorno dopo, l’amara sorpresa e la corsa al commissariato di Cannigione per denunciare il furto. «Gli agenti hanno risposto che non avevano tempo per questa attività», si legge nell’atto che l’avvocato del banchiere ha trasmesso alla Procura di Tempio. Nella lettera al ministro Minniti il banchiere scrive di ritenere che «nessuna indagine sia stata iniziata dal commissariato e che nessuna immagine delle telecamere sia stata acquisita». La vittima del furto onclude dicendo «che questo atteggiamento ha creato nello scrivente un senso di sfiducia verso lo Stato italiano e le forze dell’ordine tanto che intende segnalarlo al Consolato».