La Nuova Sardegna

Olbia

L’Assl non paga, lavoratori senza salario

di Serena Lullia
L’Assl non paga, lavoratori senza salario

La lavanderia della famiglia Iervolino è in crisi di liquidità. Le aziende della salute di Sassari e Nuoro non saldano da maggio

12 dicembre 2017
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OLBIA. La lista dei regali di Natale resta congelata in casa Clea. I 60 dipendenti della lavanderia industriale non hanno ricevuto lo stipendio di dicembre. E anche la tredicesima è a rischio. L’azienda della famiglia Iervolino ha comunicato ai sindacati che non ha i soldi per pagare i lavoratori. Crisi di liquidità. Le Assl di Sassari e Nuoro non pagano la Clea per il servizio di lavaggio della biancheria degli ospedali da sei mesi. Da maggio in pratica l’azienda sta lavorando gratis. Lo stipendio dei lavoratori doveva essere accreditato già la scorsa settimana. Nei prossimi giorni ci sarà un’assemblea dei dipendenti. Intanto La Filctem Cgil ha chiesto un incontro urgente al prefetto di Sassari. E invita le Assl a sbloccare subito i pagamenti alla Clea.

Anno difficile. Il 2017 è stato un anno complicato per i lavoratori della Clea. L’azienda a rischio chiusura è riuscita a evitare la catastrofe, ma il personale cammina di nuovo sul baratro. I 60 dipendenti non sanno se riceveranno lo stipendio di dicembre. «L’azienda ci ha comunicato di essere in crisi di liquidità e di non ricevere pagamenti dalle Assl di Sassari e Nuoro dal mese di maggio – dice Marino Bussu, segretario Filctem Cgil Gallura –. Purtroppo a soffrire per queste situazioni sono i lavoratori. Non possiamo permettere che non abbiano lo stipendio, ancora di più a poche settimane dal Natale. È un loro diritto». Le lettere inviate alle Assl di Nuoro e Sassari per avere delle spiegazioni non hanno mai ottenuto risposta scritta. Solo informazioni a voce molto vaghe. «Una situazione che non può essere tollerata _ conclude Bussu –. L’azienda non ha colpe. Le responsabilità vanno ricercate altrove».

Lodo milionario. Con la Assl di Nuoro la Clea ha anche un contenzioso giudiziario in corso. L’azienda della salute ha vinto il lodo con la Clea, chiamata a restituire 4 milioni di euro di fatture già pagate. Proprio l’iscrizione di quel debito nel bilancio, insieme a qualche altro milione di euro di tasse non saldato, aveva fatto scattare la procedura di liquidazione per la Clea. A spennelare di rosso i conti della storica lavanderia, il taglio delle commesse e la crisi. I dati del 2015 parlavano chiaro: -2% il settore ospedaliero; -6% il navale; -16% alberghiero.

La vertenza. Ne era nata una vertenza combattuta, fatta di trattative, scioperi e manifestazioni di piazza. 140 in tutto i dipendenti della lavanderia in bilico. Nel mese di marzo l’accordo, accettato tra gioia e lacrime, prevedeva il licenziamento e la riassunzione a tempo indeterminato di una parte dei lavoratori in una nuova società, sempre del gruppo Iervolino, la newco Sebon. Alla fine delle trattative 45 persone hanno dovuto rinunciare alla sicurezza di un contratto a tempo indeterminato e diventare stagionali e quindi precari.

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