La Nuova Sardegna

Olbia

Parto al Pronto soccorso senza garanzie di sicurezza

Parto al Pronto soccorso senza garanzie di sicurezza

Non c’è stato neppure il tempo di attivare l’elicottero per il trasporto a Olbia Matteo è nato alla Maddalena nell’ospedale in cui è stato chiuso il Punto nascita

01 dicembre 2019
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LA MADDALENA. Matteo è nato al Pronto soccorso. Non in sala parto, secondo gli standard di sicurezza di un vero ospedale. Al Paolo Merlo manca la Rianimazione. Ma non c’è nemmeno il Punto nascita, chiuso anni fa come stabilito dalla legge. Troppo basso il numero di parti per mantenere in piedi una struttura sanitaria così complessa. Alcune decine di bambini nati rispetto ai 500 richiesti dalla norma. Matteo sta bene e anche la mamma Paula. Si trovano adesso all’ospedale di Olbia dove, secondo il protocollo medico, sarebbero dovuti essere già da ieri mattina.

Il protocollo. Dopo la chiusura del Punto nascita l’Ats ha stabilito delle regole a cui le donne in cinta devono attenersi. La struttura ospedaliera di Olbia prende in carico le partorienti alla 37esima settimana di gravidanza. Prima di allora la futura mamma viene visitata una volta al mese all’ospedale maddalenino. Nel momento in cui la gestione della partoriente passa ai medici di Olbia, la donna è tenuta a seguire le indicazioni dei professionisti del Giovanni Paolo II. L’azienda ospedaliera, sin dal momento della chiusura del Punto nascita, offre alla partoriente l’opportunità di trasferirsi a “Casa Silvia”, la struttura a due passi dall’ospedale gestita da volontari, che ospita la mamma con uno o più familiari.

Il caso Matteo. Mamma Paula nel pomeriggio ha cominciato ad avvertire le doglie. È quindi andata al Pronto soccorso dove è scattato il monitoraggio della paziente e del neonato. Matteo aveva una gran voglia di nascere. Non c’è stato nemmeno il tempo di attivare la richiesta per l’elisoccorso nè di attivare l’ambulanza. Ginecologo e ostetriche hanno fatto nascere il bambino. Un esempio di grande professionalità, ma non in condizioni di sicurezza.

La deroga. La nascita del piccolo Matteo arriva a un mese dal parto in elicottero di un’altra mamma maddalenina. Un doppio caso, seppur con notevoli differenze cliniche, che riapre il caso politico. La comunità isolana aspetta risposte. Dalla classe politica regionale che ha votato in massa e che in campagna elettorale le aveva promesso un cambio di rotta sulla sanità rispetto alla giunta Pigliaru. A partire dalla richiesta di deroga al ministero per il Punto nascita. L’assessore regionale alla Sanità, Mario Nieddu, alla fine di ottobre ha detto di essere al lavoro per presentarla. Il consigliere regionale della Lega, Dario Giagoni, ha garantito che entro la fine dell’anno sarà sul tavolo del ministro.

Roulette russa. « L’ennesima dimostrazione che la sanità non è una equazione matematica – afferma Stefania Terrazzoni, portavoce del Gruppo delle mamme –. Continuano a crollare le teorie dei professori, con nascite su elicotteri e nei lettini del pronto soccorso. Ci chiediamo se sia più sicuro affrontare questa roulette russa o rimettere in sicurezza un reparto che prima della sua sospensione funzionava in maniera eccellente». (se.lu. e a.n.)

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