La Nuova Sardegna

Olbia

Muore in autostrada centrato da un tir

di Dario Budroni
Muore in autostrada centrato da un tir

La vittima è Giampaolo Careddu, ingegnere 48enne, figlio dell’olbiese Salvatore, il maresciallo dei racconti di Mario Soldati

13 dicembre 2019
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OLBIA. In città non aveva mai vissuto. Ci veniva in vacanza, a trovare gli zii e i cugini. La sua vita era in Liguria, dove faceva l’ingegnere e aveva messo su famiglia. Ma la notizia della sua morte è comunque riuscita a sconvolgere gli olbiesi. Giampaolo Careddu, 48 anni, morto in un incidente stradale all’altezza di Sestri Levante, a Olbia era una persona molta conosciuta. Non solo per le lunghe estati passate tra il centro storico e le spiagge della Gallura, ma soprattutto perché la sua è una delle famiglie più note della città: i Careddu. Suo padre Salvatore è l’ex maresciallo dei carabinieri che ha ispirato i famosi racconti di Mario Soldati. Suo zio Giulio è stato sindaco dal 1994 al 1995. Un altro suo zio, Paolino, è stato invece una delle storiche bandiere dell’Olbia calcio.

La tragedia. Giampaolo Careddu, che lascia una moglie e due figli che frequentano le scuole, martedì pomeriggio stava percorrendo l’autostrada A12. Ingegnere civile che si occupava di lavori pubblici, viaggiava a bordo di una auto dell’Enel, sul lato del passeggero. Nei pressi di Sestri Levante un improvviso e violento tamponamento con un autoarticolato. Probabilmente la conseguenza di una coda lunga alcuni chilometri causata da un altro incidente avvenuto sulla stessa corsia. Inutili i soccorsi: per Careddu, che ha riportato gravi danni interni, lo scontro è stato fatale. La dinamica dell’incidente, comunque, non è stata ancora chiarita. C’è un indagine in corso e per questo il magistrato ha disposto l’autopsia.

Legame con Olbia. Careddu, che viveva a Genova, non aveva mai dimenticato le sue origini olbiesi. «Era una persona molto stimata, sia nel lavoro che nella vita privata – ricorda il cugino Giulietto Careddu, ex consigliere comunale -. Non aveva mai vissuto a Olbia, ma qui veniva sempre in vacanza. Fin da quando era bambino. La nostra è una famiglia grande, molto unita, originaria del centro storico e orgogliosa delle sue radici olbiesi. Questo senso di appartenenza si rifletteva pure in lui. Merito anche del padre, mio zio, un uomo che non ha mai perso l’occasione per prendere il traghetto e tornare nella sua Olbia».

La famiglia. Il padre di Giampaolo Careddu, Salvatore, classe 1936, è un uomo da romanzo. Per questo non è sfuggito al celebre scrittore e regista Mario Soldati, divenuto suo amico. È stato lui, per tanti anni maresciallo dei carabinieri in Liguria dopo aver lasciato la sua città, a ispirare i famosi «Racconti del maresciallo», la raccolta pubblicata da Soldati nel 1967 che avrebbe poi ispirato anche due sceneggiati televisivi, uno nel 1968 e l’altro nel 1984. «Ci vedevamo una volta alla settimana – ha ricordato Salvatore Careddu alcuni anni fa in una intervista alla Nuova Sardegna -. Io raccontavo le mie storie e lui prendeva appunti. A lui piacevo perché ero un maresciallo diverso dagli altri. Non ho mai messo le manette, non ho mai portato la pistola nella fondina. Ho sempre preferito parlare con la gente. A Mario piaceva questo». Uno zio di Giampaolo Careddu, Paolino, morto nel 2010, ha invece indossato la maglia dell’Olbia calcio tra gli anni Trenta e Cinquanta, fino a diventare una delle bandiere più amate di sempre. Un altro suo zio, Giulio, è stato sindaco democristiano di Olbia nella metà degli anni Novanta, dopo Gian Piero Scanu e prima di Giommaria Uggias. Anche lui particolarmente orgoglioso della sua olbiesità, alcuni anni fa ha pubblicato il libro «Olbia città: il titolo, lo stemma e il gonfalone».

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