La Nuova Sardegna

Olbia

No alla proroga, inviati i primi dinieghi

di Serena Lullia
No alla proroga, inviati i primi dinieghi

L’ufficio tecnico applica la direttiva Bolkestein che impone che chioschi e stabilimenti balneari vadano a bando dal 2021

18 gennaio 2020
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OLBIA. Nessuna proroga delle concessioni balneari. La battaglia del sindaco Settimo Nizzi smette di essere solamente politica. A sostenerla c’è adesso una netta presa di posizione di natura tecnica. Dall’ufficio comunale all’Urbanistica sono partiti oltre trenta dinieghi provvisori alle richieste di proroga fino al 2034 presentate dagli imprenditori dei granelli. Nei prossimi giorni partiranno i dinieghi definitivi. L’apparato tecnico dell’ente ritiene che la luce guida sia la direttiva europea Bolkestein, che indica il 2020 come ultimo anno di gestione delle azienda sulla sabbia senza gara. E stabilisce che dall’anno prossimo debbano essere messe a bando. Il no alla proroga come stabilito dal provvedimento del Governo Conte uno, va di pari passo con la posizione assunta dalla Procura di Genova nelle scorse settimane. Con una lettera inviata al Comune, al Demanio e alla Regione Liguria, i magistrati invitano le amministrazioni a procedere alla messa a bando delle concessioni sulle spiagge.

Nessun cambio di rotta. Nessun passo indietro, nessun minimo segnale di cedimento. Il sindaco Nizzi nell’anno appena trascorso è diventato il più grande sostenitore dell’Europa. Con una difesa battagliera della direttiva Bolkestien che ha stabilito che dal primo gennaio 2021 le concessioni balneari debbano essere messe a bando. Secondo la legge, l’applicazione di un principio di equità. Chioschi e stabilimenti balneari operano infatti sul demanio con continui rinnovi. Nizzi ha deciso di rispettare la direttiva. E anche quando il governo giallo verde ha dato l’ok alla proroga nel dicembre 2018 non ha mai avuto dubbi. È illegittima e non sarà applicata.

Pul. Ed ecco infatti che il settore Urbanistica ha continuato a lavorare sul Pul, il piano di utilizzo dei litorali considerando le concessioni in scadenza il 31 dicembre 2020. Non a caso Nizzi ha inserito l’approvazione del Pul tra gli impegni per l’anno appena cominciato. E gli uffici hanno già inviato il diniego alle richieste di proroga. «Le concessioni vanno a bando – aveva dichiarato nella conferenza di fine anno –. La proroga è illegittima e non perché lo dica il sindaco di Olbia, ma perché ci sono almeno trenta sentenze che vanno in quella direzione». Presa di posizione impopolare che gli ha attirato l’ira dei balneari e dell’associazione di categoria. Che in uno degli ultimi feroci attacchi ha minacciato di mandare in municipio l’Autorità nazionale anticorruzione. Parole al curaro che hanno solo fatto sorridere Nizzi.

Il caso Liguria. Prima una circolare alla Capitaneria di porto, poi una comunicazione al Comune di Genova, al Demanio e alla Regione Liguria. La Procura del capoluogo ha informato gli enti del caso Liggia, facendone un po’ un caso di scuola. Il piccolo stabilimento balneare era finito sotto la lente di ingrandimento della Guardia costiera per alcune irregolarità. Il pm aveva messo in discussione il rinnovo automatico della concessione, in violazione della direttiva Bolkestein. Dopo un botta e risposta tra giudici e una pronuncia della Cassazione, la vicenda finirà di nuovo alla Suprema corte il 9 febbraio.

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