La Nuova Sardegna

Olbia

Cozze, il virus guasta il centenario

di Dario Budroni
Cozze, il virus guasta il centenario

Stop all’attività nel momento iniziale della stagione. Bigi: «Speriamo che tutto si sposti solo in avanti»

29 marzo 2020
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OLBIA. I piani erano sicuramente altri. Per esempio avviare la nuova stagione e ragionare su come festeggiare il centenario della mitilicoltura in città. Invece anche nel golfo adesso si devono fare i conti con una pandemia che sta ribaltando il mondo. Le cozze e gli altri molluschi sono sempre lì, al sicuro sotto il pelo del mare, ma all’orizzonte c’è un futuro decisamente complicato. Tutto dipende da cosa accadrà nei prossimi mesi e da quando i turisti potranno tornare nell’isola. Intanto, comunque, il settore della molluschicoltura non ha tirato i remi in barca. Alcune coop hanno optato per un momentaneo stop (ma torneranno presto al lavoro) e altre invece hanno continuato a operare in mare.

Lavoro in mare. La filiera della molluschicoltura, così come accade per gli allevamenti di animali e le produzioni agricole, non ha subìto lo stop del Governo. «Sì, noi possiamo lavorare. In queste settimane, comunque, una parte delle cooperative ha sospeso le lavorazioni e un’altra parte le ha continuate. Ognuno ha fatto i suoi calcoli e le sue valutazioni – spiega Raffaele Bigi, il presidente del Consorzio dei molluschicoltori di Olbia -. La mia azienda, per esempio, si è fermata dopo i decreti del Presidente del consiglio, ma presto torneremo a operare. Il prodotto ha bisogno di essere lavorato». Naturalmente anche in mare e all’interno degli stabilimenti bisogna rispettare le norme di sicurezza. «Nella maniera più assoluta – sottolinea Bigi -. In barca si esce comunque sempre in due e anche negli stabilimenti è possibile mantenere la distanza tra persone, ovviamente con le dovute precauzioni».

Il futuro. Nessuno sa cosa accadrà nei prossimi mesi. Ma quel che è certo è che almeno la prima parte della stagione è saltata. «Ogni anno, da marzo in poi in vista della Pasqua, si cominciava a lavorare bene. Stavolta ovviamente non è così, anche perché stiamo parlando di un prodotto che non è di primissima necessità – dice Raffaele Bigi -. Speriamo di salvare almeno una parte della stagione e che il tutto si sposti solo di qualche mese. Il prodotto, comunque, c’è ed è abbondante».

Soldi e burocrazia. Come tutte le attività economiche anche le cooperative adesso devono fare i conti con scadenze e pagamenti. Ora si spera che dalle istituzioni arrivi presto un aiuto per evitare di finire drammaticamente travolti da una crisi senza precedenti. «Bisogna capire come reperire le risorse e il Consorzio si sta muovendo in questa direzione – dice il presidente -. Ricordiamoci che la prima settimana di aprile ci sono da pagare le retribuzioni e noi, per forza di cose, siamo senza risorse. Anche il solo fatto di tornare a lavorare comporta diverse spese, come per esempio quella per il gasolio». Le diciotto cooperative del golfo, che tra l’altro sono ancora in attesa dei risarcimenti della devastante ondata di caldo del 2018, chiedono quindi più certezze e meno burocrazia. «Sappiamo che è una situazione generale che riguarda tutti, ma i tempi devono essere veloci – aggiunge Raffaele Bigi -. Abbiamo sentito e letto diversi annunci, però occorrono certezze e risorse per superare l’emergenza».

I cento anni. La speranza del Consorzio, che da un anno ha un logo e un portale tutto suo, è dunque quella di poter tornare presto alla normalità. Anche perché in cantiere ci sono diversi progetti, come per esempio l’ottenimento del Marchio collettivo. Inoltre nel 2020 la mitilicoltura festeggia cento anni esatti, visto che la prima licenza rilasciata in città risale al dicembre 1920, due anni dopo la fine della prima guerra mondiale.

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