La Nuova Sardegna

Olbia

Il festival di Tavolara compie 30 anni e non vuole arrendersi

di Giandomenico Mele
Il festival di Tavolara compie 30 anni e non vuole arrendersi

La rassegna cinematografica sull’isola è in programma dal 14 al 19 luglio. Navone: «Per ora è tutto confermato, ma aspettiamo le direttive del governo»

26 aprile 2020
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OLBIA. Un compleanno con il coronavirus. Il festival del cinema di Tavolara “Una notte in Italia” pensava di festeggiare in modo diverso. Trent’anni dai primi passi di un evento che ha cambiato la percezione del cinema in Sardegna e ha inaugurato la magia di uno schermo che proietta il meglio della produzione italiana e internazionale sull’isola di Tavolara. Si farà? Il 2020 sarà l’anno in cui una tradizione trentennale si interromperà? Marco Navone, insieme al fratello Augusto e alla direttrice artistica Piera Detassis, è anima del festival, ma soprattutto colui che tiene le redini di una organizzazione che di solito partiva subito dopo Cannes. «Per ora resta tutto confermato, noi non ci arrendiamo – spiega Navone -. Certo, aspettiamo di sapere quali saranno le nuove direttive del Governo. Se decidessero di sospendere tutte le manifestazioni all’aperto in estate, dovremmo rivedere tutto. Ma abbiamo in mente una serie di iniziative in caso di emergenza».

Isola a numero chiuso? In questo momento, seguendo le indiscrezioni sui modelli di riapertura, con distanziamento di due metri e dispositivi di protezione, resta in piedi l’ipotesi che il festival di Tavolara si possa fare sull’isola, ma a numero chiuso. Ingressi contingentati, trasporti sul traghetto con poche persone a bordo, rispetto delle distanze sull’isola. «Per noi sarebbe più facile, perché sull’isola si arriva dal mare, ma non posso ancora esprimere un parere su qualcosa che non conosco – sottolinea Navone –. Oggi ancora non so se i miei alunni potranno fare la maturità. Parliamo di una situazione eccezionale e per la quale non esistono ancora certezze».

Il programma. Le date per il festival di Tavolara 2020 sono quelle che vanno dal 14 al 19 luglio. I contatti con attori e produttori sono costanti. Ma da marzo non sono usciti i film che sarebbero dovuti risultare in programmazione. I cinema sono chiusi. Tutte le produzioni sono state spostate. Solo in Sardegna sono saltate, secondo la Sardinia Film Commission, trenta produzioni tra cinema e tv. Il diretto e l’indotto dell’industria isolana dell’intrattenimento ne risente pesantemente. Si parla di oltre 250 professionisti che erano già sotto contratto o in procinto di firmare e si ritroveranno fermi per mesi. «Di solito – chiarisce Marco Navone, fondatore dell’associazione Argonauti – la macchina organizzativa di Tavolara si mette in moto dopo la fine del Festival di Cannes, a metà maggio. Ma il Festival di Cannes è stato rinviato a data da destinarsi, in un limbo a causa del coronavirus. Tutto è complicato. Ho sentito Piera (Detassis, ndr), mi ha spiegato che i premi David di Donatello verranno consegnati ai vincitori nelle loro abitazioni». L’evento sarà in diretta televisiva l’8 maggio, ma nello studio ci saranno presumibilmente solo la Detassis e il presentatore Carlo Conti. Per il resto il più importante premio del cinema italiano seguirà la campagna #iorestoacasa.

La speranza. Gli eventi culturali, cinema e teatri, date le loro caratteristiche e il pericolo di rappresentare tipiche occasioni di assembramento, potrebbero essere gli ultimi a ripartire. Date sicure non ce ne sono. Si parla di giugno, ma anche qui si naviga a vista. «Per ora il festival di Tavolara resta programmato, noi continuiamo a lavorare – conferma Navone –. Ipotesi di un possibile slittamento? Non posso escludere nulla, ma certamente non si potrebbe andare oltre il mese di settembre. Quella è la data ultima per poter organizzare l’evento sull’isola di Tavolara, per problemi logistici e climatici».

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