Ingiurie e insulti in aula Nizzi e Derosas si scusano
di Serena Lullia
La consigliera di Fi aveva offeso la collega Desole. La maggioranza: una battuta Scontro tra il sindaco e Bacciu. Le minoranze: «Parole gravissime, dimissioni»
01 maggio 2020
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OLBIA. Potere dello streaming. Capace di catapultare nelle case le burrascose, a volte poco eleganti, sedute del Consiglio comunale fino a oggi ignorate dai cittadini. E mostrare cosa succede, spesso, nel luogo che rappresenta la comunità olbiese. Perché i due casi politici diventati famosi, le ingiurie alla consigliera Pd Patrizia Desole da parte della collega di Fi, Giulia Derosas. E il violento scontro verbale a suon di insulti tra il sindaco Settimo Nizzi e il consigliere di opposizione, Davide Bacciu non sono proprio casi rari. Le minoranze compatte (escluso Vanni Sanna) hanno chiesto le dimissioni di Derosas. E l’intervento del Prefetto.
Il caso Desole. Un fuori onda indifendibile. La consigliera Desole lascia l’aula virtuale. All’appello viene chiamata dal presidente del Consiglio, Giampiero Mura. “Desole?”. “Desole?”. “Presidente è assente per un impegno di lavoro”, chiarisce il capogruppo Pd, Rino Piccinnu. Ma ecco nel silenzio le parole ingiuriose della giovane consigliera Derosas. Un’offesa alla donna e al suo ruolo di responsabile del Centro antiviolenza, da sempre in prima linea contro la violenza di genere. «C’è ancora tanto da fare per affermare la cultura del rispetto e del riconoscimento delle donne – dice Desole –. Mi addolora che una giovane donna, che si affaccia alla vita politica e dovrebbe essere un esempio per le giovani, si riveli portatrice di una sub cultura del non rispetto, primitiva e triviale, esprimendo frasi ingiuriose contro un’altra donna senza avere cognizione della gravità e della portata di tali affermazioni, nella massima istituzione cittadina, dove ogni consigliere esprime il mandato conferitogli dalla cittadinanza».
Le scuse. Prima con una nota. Poi in Consiglio, davanti al video in lacrime, Giulia Derosas chiede scusa. «Non posso tonare indietro – afferma –. L’unica cosa che posso fare è chiedere scusa e sperare che la collega Desole voglia accettarle. Non avrei mai voluto offendere nessuno. Chi mi conosce sa chi sono. Mai più nella vita succederà una cosa del genere. Ho una dignità ed è per questo che sto chiedendo scusa. E ci sto mettendo la faccia nonostante la mia faccia non sia apparsa. Chiedo scusa anche al resto del Consiglio perché non è bello sentire affermazioni di questo tipo da donna a donna ma in generale».
Dimissioni. Le opposizioni ascoltano le scuse, le accettano a livello personale ma chiedono un passo in più. «Per ridare dignità al Consiglio offeso in maniera profonda da certe affermazioni sessiste». Le dimissioni non arrivano. La maggioranza più Vanni Sanna derubricano la questione a battuta infelice. Progetto Olbia, Pd e M5S abbandonano l’aula virtuale.
Il caso Bacciu. Che tra Bacciu e Nizzi non ci sia una simpatia da amiconi è risaputo. Ma il livello dello scontro è andato oltre l’antipatia personale. Bacciu viene apostrofato come asino, idiota e tonto dal sindaco. Ad accendere lo scontro le posizioni opposte sulla proroga delle concessioni balneari. A fine Consiglio le scuse. Ma anche in questo caso non c’è il lieto fine. «Il problema della città di Olbia è uno solo, il suo sindaco. Dietro urla e offese personali c’è il mancato rispetto degli impegni assunti da Nizzi con i cittadini. Informeremo il prefetto di quanto accaduto»
Le reazioni. Solidarietà a Bacciu e Desole dal Pd regionale. «Frasi inammissibili in qualsiasi contesto ma aggravate dall’essere state pronunciate da una donna che rappresenta le istituzioni durante una seduta di consiglio comunale». «A questa donna chiediamo che si dimetta – scrive Prospettiva donna – e che lavori per prendere consapevolezza di cosa significhi assumersi un compito di rappresentanza».
Il caso Desole. Un fuori onda indifendibile. La consigliera Desole lascia l’aula virtuale. All’appello viene chiamata dal presidente del Consiglio, Giampiero Mura. “Desole?”. “Desole?”. “Presidente è assente per un impegno di lavoro”, chiarisce il capogruppo Pd, Rino Piccinnu. Ma ecco nel silenzio le parole ingiuriose della giovane consigliera Derosas. Un’offesa alla donna e al suo ruolo di responsabile del Centro antiviolenza, da sempre in prima linea contro la violenza di genere. «C’è ancora tanto da fare per affermare la cultura del rispetto e del riconoscimento delle donne – dice Desole –. Mi addolora che una giovane donna, che si affaccia alla vita politica e dovrebbe essere un esempio per le giovani, si riveli portatrice di una sub cultura del non rispetto, primitiva e triviale, esprimendo frasi ingiuriose contro un’altra donna senza avere cognizione della gravità e della portata di tali affermazioni, nella massima istituzione cittadina, dove ogni consigliere esprime il mandato conferitogli dalla cittadinanza».
Le scuse. Prima con una nota. Poi in Consiglio, davanti al video in lacrime, Giulia Derosas chiede scusa. «Non posso tonare indietro – afferma –. L’unica cosa che posso fare è chiedere scusa e sperare che la collega Desole voglia accettarle. Non avrei mai voluto offendere nessuno. Chi mi conosce sa chi sono. Mai più nella vita succederà una cosa del genere. Ho una dignità ed è per questo che sto chiedendo scusa. E ci sto mettendo la faccia nonostante la mia faccia non sia apparsa. Chiedo scusa anche al resto del Consiglio perché non è bello sentire affermazioni di questo tipo da donna a donna ma in generale».
Dimissioni. Le opposizioni ascoltano le scuse, le accettano a livello personale ma chiedono un passo in più. «Per ridare dignità al Consiglio offeso in maniera profonda da certe affermazioni sessiste». Le dimissioni non arrivano. La maggioranza più Vanni Sanna derubricano la questione a battuta infelice. Progetto Olbia, Pd e M5S abbandonano l’aula virtuale.
Il caso Bacciu. Che tra Bacciu e Nizzi non ci sia una simpatia da amiconi è risaputo. Ma il livello dello scontro è andato oltre l’antipatia personale. Bacciu viene apostrofato come asino, idiota e tonto dal sindaco. Ad accendere lo scontro le posizioni opposte sulla proroga delle concessioni balneari. A fine Consiglio le scuse. Ma anche in questo caso non c’è il lieto fine. «Il problema della città di Olbia è uno solo, il suo sindaco. Dietro urla e offese personali c’è il mancato rispetto degli impegni assunti da Nizzi con i cittadini. Informeremo il prefetto di quanto accaduto»
Le reazioni. Solidarietà a Bacciu e Desole dal Pd regionale. «Frasi inammissibili in qualsiasi contesto ma aggravate dall’essere state pronunciate da una donna che rappresenta le istituzioni durante una seduta di consiglio comunale». «A questa donna chiediamo che si dimetta – scrive Prospettiva donna – e che lavori per prendere consapevolezza di cosa significhi assumersi un compito di rappresentanza».