La Nuova Sardegna

Olbia

In bici e a caccia di funghi nei cantieri sotto sequestro

di Tiziana Simula
In bici e a caccia di funghi nei cantieri sotto sequestro

Sorpresa durante il sopralluogo per i nuovi crolli nella strada da ricostruire Trovati tre olbiesi all’interno dell’area sigillata dalla Procura: denunciati

28 ottobre 2020
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OLBIA. Nei cantieri della strada di Monte Pino da oltre un mese sotto sequestro, le opere costruite continuano a sgretolarsi a ogni temporale. Altre frane si sono verificate nelle ultime settimane. Ad accertarlo è stato un nuovo sopralluogo dei carabinieri del Noe di Sassari disposto dal procuratore Gregorio Capasso. Ma negli undici cantieri della strada in costruzione – tutti incompiuti – gli specialisti del Nucleo operativo ecologico non hanno trovato solo opere collassate e cumuli di massi. C’erano pure tre persone. Tre olbiesi che, in barba ai sigilli ben evidenti sulla strada, nastrata e con tanto di cartello che segnala il sequestro, sono entrati all’interno, infischiandosene perfino del pericolo che avrebbero potuto correre. Nei cantieri crollati, c’era chi, incredibilmente, faceva su e giù tra sassi e macerie in sella alla sua mountain bike, chi si allenava con la corsa, e chi, cestino in mano, camminava alla ricerca di funghi. Tutti e tre sono stati denunciati alla Procura per violazione dei sigilli. Nonostante la strada di Monte Pino sia chiusa (vergognosamente) da ormai sette anni e nonostante sia sotto sequestro preventivo e oggetto di un’inchiesta, chi per un motivo, chi per un altro, ha deciso di passare sotto il nastro rosso e bianco e di addentrarsi nei cantieri e nella grande voragine che si era aperta quando il ciclone Cleopatra spezzò la strada in due, il 18 novembre 2013, provocando tre morti.

Le denunce. Sono scattate qualche giorno fa. Tutti e tre gli olbiesi si trovavano nel cantiere in località Muddizza piana. La sorpresa dei militari è stata grande quando, arrivati per il nuovo sopralluogo, hanno visto davanti ai loro occhi un giovane che in sella alla sua mountain bike pedalava e faceva cross tra sassi, cumuli di terra e cemento armato. Ma non era l’unico all’interno del cantiere. Proseguendo con i controlli, hanno visto che c’era anche un anziano intento a camminare con lo sguardo basso, in cerca di funghi. Più avanti, un giovane che, in tenuta da ginnastica, correva. Una macchina è fuggita alla vista dei carabinieri, forse cercatori di funghi o bracconieri. Alla richiesta di spiegazioni del perché fossero lì, i tre denunciati hanno detto che sì, lo sapevo che la strada era sotto sequestro, ma che quella era una zona tranquilla per poter camminare e andare in bici proprio perché non c’era traffico. Se ne sono tornati a casa con una denuncia a testa. Nessuna violazione è stata invece contestata al custode giudiziario del tratto di strada sequestrata, Mauro Pusole, dell’Anas, nei confronti del quale non è stata rilevata nessuna negligenza.

L’inchiesta della Procura. I sigilli sono scattati alla fine di settembre in tutti e undici i cantieri: l’attività investigativa disposta dalla procura ha evidenziato gravi anomalie e irregolarità nella realizzazione delle strutture finora costruite. Sotto inchiesta i lavori eseguiti dall’impresa Imp costruzioni generali di Carloforte che si era aggiudicata l’appalto nel 2018: indagata la rappresentante legale della società, Victoria Archontis, e il direttore del cantiere Peppino Melis (entrambi difesi d’ufficio dall’avvocato Christian Cicoria).

Il progetto dell’Anas. Le strutture danneggiate saranno demolite. L’Anas ha già predisposto un progetto di demolizione delle opere franate. Per poter eseguire i lavori dovrà necessariamente chiedere la rimozione dei sigilli. L’obiettivo è quello di far ripartire il prima possibile il cantiere fantasma.

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