Frode fiscale in Costa, il mistero delle notifiche
Arzachena il processo per Tom Barrack e altri imputati ancora impantanato alle questioni preliminari
26 giugno 2021
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ARZACHENA. A un anno dal rinvio a giudizio del finanziere americano Tom Barrack e altri dodici imputati, il processo per la presunta frode fiscale da 170 milioni di euro nella vendita della Costa Smeralda al Qatar – che si avvia ormai alla prescrizione – è ancora impantanato nelle questioni preliminari relative alle notifiche agli imputati americani, tra i quali lo stesso Barrack. Nell’udienza precedente il giudice Marcella Pinna aveva disposto nuove ricerche affinché venissero notificati gli atti a Barrack, Jonathan Grunzweig, Thomas Harrison e David Monahan che erano stati dichiarati irreperibili dal pubblico ministero nel luglio 2017. Le notifiche ora sarebbero avvenute, ma forse non correttamente, come hanno evidenziato ieri i difensori degli imputati che hanno sollevato una serie di questioni in merito. Ad esempio, per quanto riguarda Barrack sarebbe tornata indietro la cartellina senza firma, né data. Quindi non è chiaro se gli atti siano stati effettivamente ricevuti o meno dal finanziere americano. L’udienza è stata quindi aggiornata al 1 ottobre per sbrogliare la questione. A quella data, i reati potrebbero essere già prescritti.
Secondo l’inchiesta condotta dall’allora procuratore Domenico Fiordalisi, nel passaggio di mano della Costa Smeralda avvenuto nella primavera del 2012, Barrack insieme ad altri dodici imputati, tra i quali il consulente fiscale Stefano Morri, Mariano Pasqualone, all’epoca dei fatti amministratore della Sardegna Resort, i manager della Colony, il consigliere d’amministrazione della Colony, Andrea Ottaviano, e il presidente del Consorzio Costa Smeralda Renzo Persico, avrebbero, in concorso tra loro, in maniera fraudolenta, sottratto somme al fisco italiano calcolate in 170 milioni di euro, dovuti per le plusvalenze tra il costo iniziale e quello finale di vendita.
Accuse insussistenti per le difese. (t.s.)
Secondo l’inchiesta condotta dall’allora procuratore Domenico Fiordalisi, nel passaggio di mano della Costa Smeralda avvenuto nella primavera del 2012, Barrack insieme ad altri dodici imputati, tra i quali il consulente fiscale Stefano Morri, Mariano Pasqualone, all’epoca dei fatti amministratore della Sardegna Resort, i manager della Colony, il consigliere d’amministrazione della Colony, Andrea Ottaviano, e il presidente del Consorzio Costa Smeralda Renzo Persico, avrebbero, in concorso tra loro, in maniera fraudolenta, sottratto somme al fisco italiano calcolate in 170 milioni di euro, dovuti per le plusvalenze tra il costo iniziale e quello finale di vendita.
Accuse insussistenti per le difese. (t.s.)