La Nuova Sardegna

Olbia

Pasella e le imprese: «Puntare sui giovani sono il nostro futuro»

di Giandomenico Mele
Pasella e le imprese: «Puntare sui giovani sono il nostro futuro»

Il presidente della Cna Gallura presenta idee e programmi  «Ora è tempo di sviluppare competenze e professionalità»

26 ottobre 2021
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OL BIA. Sviluppare competenze che possano essere condivise tra le aziende del territorio. Puntare sui giovani, formandoli sulla base delle richieste specifiche del mercato. Non farsi abbagliare da tassi di crescita che risentono dello zero assoluto che ha segnato il 2020, fiaccato dalla pandemia. Il pragmatismo associato a uno sguardo giovane costantemente rivolto alle aziende artigiane: è questo il tratto distintivo di Giovanni Pasella, 35 anni, laurea alla Bocconi, nuovo presidente della Cna Gallura. Proveniente da una famiglia che ha creato una eccellenza nel campo dell’artigianato artistico, Pasella lo scorso settembre è subentrato a Benedetto Fois, dopo un doppio mandato di otto anni. Il lavoro del predecessore rappresenta la base su cui impostare un quadriennio. «Lo ringrazio molto, ha lasciato un’eredità importante» spiega Pasella.

Da dove iniziare il nuovo percorso? Parola d’ordine: qualificare. «Partiamo dal settore della nautica, bisogna sviluppare competenze nei giovani, concentrarsi sugli aspetti della meccanica, domotica, elettronica legati alle barche e all’ospitalità a bordo – dice –. Vogliamo poi rappresentare i collettori di progetti dell’agroalimentare destinati al settore nautico. Insomma, l’obiettivo è quello di mettere in connessione gli attori del contesto economico». In un’isola in cui da sempre uno degli handicap più gravi è stato quello di camminare separati, senza unire le forze o trovare soluzioni condivise alle questioni economiche, il percorso del nuovo e giovane presidente della Cna Gallura segue un passo rapido e a suo modo rivoluzionario. «Spesso le aziende sono accomunate, magari senza saperlo, da limiti nelle conoscenze e professionalità. Si deve sapere che il mio vicino di capannone o di fabbrica può darmi un servizio che io non offro», spiega Pasella. Ma di cosa hanno veramente bisogno le aziende per ricominciare a guadagnare dopo l’impatto devastante della pandemia? I dati parlano di una ripresa nei fatturati, soprattutto per le imprese manifatturiere. «Il nostro scopo è quello di farle crescere, anche qualitativamente – sottolinea Pasella -. Le nostre aziende hanno mediamente quattro persone impiegate, noi crediamo sia necessario fornire loro un supporto su determinati servizi, pensiamo alla comunicazione o alla innovazione. In Sardegna negli ultimi 5 anni siamo passati da 35.900 a 34.300 imprese artigiane. C’è stata la crisi, certamente, ma noi riteniamo sia necessario farle emergere, consentendo agli artigiani di concentrarsi sulla propria attività, che è quella che crea valore, lasciando a noi il corollario dei servizi. La sfida è quella di creare valore per le imprese, molte delle quali stanno affrontando un passaggio generazionale e vanno supportate per favorirlo e aumentare le competenze». Gli obiettivi del mandato di quattro anni? «Seguirò le linee tracciate dal mio predecessore, Benedetto Fois, sulla creazione di sinergie, digitalizzazione e formazione – conferma il neo presidente –. Sarà fondamentale, come accennato, l’aspetto della formazione, migliorando le competenze dei lavoratori e aprendo alla condivisione di figure professionali ad elevato standard qualitativo per servizi accessori: penso agli export manager o ad esperti del digitale. Per questo stiamo avviando una più puntuale collaborazione con le scuole per un costante aggiornamento delle competenze degli studenti così che possano entrare nelle aziende attraverso il programma dell’alternanza scuola-lavoro, con un ruolo più attivo». Un aspetto fondamentale nel lavoro della Cna sarà valutare il boom della logistica. «Spina dorsale del tessuto economico, si dovrà guardare con sempre maggiore attenzione allo sviluppo dei trasporti per merci e persone». Passando a un altro settore, digitalizzazione si può leggere anche come e-commerce. «Il commercio elettronico, però, non deve distogliere la nostra attenzione dal lavoro sui negozi fisici, cercando di creare un tratto che unisca tradizione e innovazione – prosegue Pasella -. Un cosiddetto approccio omnicanale, che è ben rappresentato, per esempio, dal progetto “Insula” della Regione e del Cipnes, che abbraccia l’agroalimentare ma anche l’artigianato artistico, che garantisce sbocchi su mercati con valore aggiunto, puntando sul turismo che richiede prodotti di eccellenza. Per l’agroalimentare penso al packaging, ormai un elemento sempre più centrale per comunicare la ricchezza di un prodotto della nostra terra». La chiave per aprire un futuro radioso, dunque, si chiama condivisione. «Per i nostri associati e tutto il territorio vogliamo essere uno strumento a supporto delle imprese, forniamo servizi per farle crescere – conclude Pasella -. Possono contare su di noi per gestire tutte quelle situazioni di base, dalla contabilità al controllo di gestione, dalla comunicazione alla tutela della privacy, sulle quali non possono concentrarsi, per potersi così dedicare più proficuamente alla propria attività».

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