Lite e tentato omicidio in piazza, l’accoltellato davanti al giudice
OLBIA. Prende sempre più consistenza l’ipotesi che Gianfranco Pittorru, 50enne olbiese accusato di tentato omicidio per aver, al culmine di una rissa un anno fa in piazza Matteotti, accoltellato il...
28 ottobre 2021
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OLBIA. Prende sempre più consistenza l’ipotesi che Gianfranco Pittorru, 50enne olbiese accusato di tentato omicidio per aver, al culmine di una rissa un anno fa in piazza Matteotti, accoltellato il rivale tunisino Chaabane Znaidi, sia stato in realtà aggredito dallo stesso Znaidi e che per difendersi abbia usato un coltello.
Era un bell’ambientino quello di piazza Matteotti e piazza Mercato – almeno sino a qualche mese fa – come emerge dalle udienze del processo in corso in tribunale a Tempio. Ieri è stato sentito proprio Chaabane Znaidi, l’accoltellato, già peraltro coinvolto in vicende di botte da orbi, sangue, alcol e droga. Il tunisino, che si è costituito parte civile nel processo, assistito dall’avvocato Giovanna Porcu, nella lite era stato colpito con un fendente all’addome. Soccorso e trasportato all’ospedale Giovanni Paolo II di Olbia, era stato operato d’urgenza per l’asportazione di 40 centimetri di intestino. Dal canto suo, Pittorru, difeso dall’avvocato Giampaolo Murrighile, aveva sempre sostenuto la legittima difesa. Cioè di essere stato picchiato da tre persone e di aver temuto per la sua vita. A quel punto aveva estratto un coltello dalla tasca e aveva ferito il più agguerrito dei rivali. In quella aggressione lui stesso aveva riportato la frattura di due costole, trauma cranico e contusioni, come certificato dal pronto soccorso di Olbia dove era stato accompagnato dopo l’arresto.
Era un bell’ambientino quello di piazza Matteotti e piazza Mercato – almeno sino a qualche mese fa – come emerge dalle udienze del processo in corso in tribunale a Tempio. Ieri è stato sentito proprio Chaabane Znaidi, l’accoltellato, già peraltro coinvolto in vicende di botte da orbi, sangue, alcol e droga. Il tunisino, che si è costituito parte civile nel processo, assistito dall’avvocato Giovanna Porcu, nella lite era stato colpito con un fendente all’addome. Soccorso e trasportato all’ospedale Giovanni Paolo II di Olbia, era stato operato d’urgenza per l’asportazione di 40 centimetri di intestino. Dal canto suo, Pittorru, difeso dall’avvocato Giampaolo Murrighile, aveva sempre sostenuto la legittima difesa. Cioè di essere stato picchiato da tre persone e di aver temuto per la sua vita. A quel punto aveva estratto un coltello dalla tasca e aveva ferito il più agguerrito dei rivali. In quella aggressione lui stesso aveva riportato la frattura di due costole, trauma cranico e contusioni, come certificato dal pronto soccorso di Olbia dove era stato accompagnato dopo l’arresto.