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Scuola e lavoro in barca a vela

Scuola e lavoro in barca a vela

Didattica inclusiva, a La Maddalena l’esperienza del Nautico con l’associazione Acque libere

29 ottobre 2021
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LA MADDALENA. Può essere anche una barca a vela l’occasione di un’esperienza di alternanza scuola-lavoro. È accaduto alla Maddalena, grazie all’associazione Acque libere che ha permesso agli studenti dell’istituto nautico Garibaldi di scoprire la “barca a vela inclusiva”. «È stata un’esperienza che resterà nel cuore e nella mente – dice Rita Bortot, docente dell’istituto guidato dal dirigente scolastico Stefano Satta, in prima linea nei progetti educativi, che vedono nella didattica inclusiva una possibile risposta alle nuove sfide che la scuola deve affrontare ogni giorno –. Infatti, ci sta a cuore garantire a ogni persona la partecipazione attiva alla vita sociale e civile, ognuno con la sua unicità e il suo talento».

Con l’inclusione è avvenuto il superamento della normalizzazione e la stessa normalità viene ora concepita come uno spettro di varianti, tra cui è impossibile distinguere ciò che è apparentemente normale da ciò che apparentemente non lo è, senza semplificare, senza livellare. «Dalle parole del pedagogista Andrea Canevaro – dice Rita Bartot dell’istituto nautico Garibaldi – l’inclusione sposta l’accento sui contesti integrati, pensati per creare spazi equi, giusti, legali, solidali, per tutti e per ciascuno. Con l’inclusione è avvenuto, finalmente, il superamento della normalizzazione e la stessa normalità viene ora concepita come uno spettro di varianti, tra cui è impossibile distinguere ciò che è apparentemente normale da ciò che apparentemente non lo è, senza semplificare, senza livellare».

«Ed è in quest’ottica – aggiunge l’insegnante – che l’associazione Acque libere ci ha proposto un’esperienza formativa di alternanza scuola-lavoro in cui orientare i nostri studenti dalla didattica al mondo esterno. Una formazione che unisca sapere e saper fare: nel nostro caso le competenze delle attività marinaresche con una pluralità di bisogni eterogenei legati al mare e alla vela, con imbarcazioni adatte sia ai normodotati che ai diversamente abili».

Le principali attività che hanno visto protagonisti gli studenti, insieme al personale dell’associazione, si sono svolte sulle barche impegnate in una regata (aiutando i velisti con disabilità nell’accesso all’imbarcazione, nella velatura, nella posizione dei timoni), ma anche nei gommoni dei volontari dell’associazione (aiutandoli nell’allestimento delle boe per la gara) e nel gozzo della giuria (nell’assistenza delle competenze più semplici, come la rilevazione del percorso di gara).

Inoltre, gli operatori hanno dato un contributo fondamentale nel fornire a tutti i partecipanti panini, bibite e dolcetti, molti dei quali preparati con maestria dalle pasticcerie dell’Isola. In questa loro esperienza formativa, hanno dimostrato grande senso di umanità unito alla responsabilità e alla passione per la vela. «Un bilancio positivo per i nostri studenti – conclude Rita Bartot – che hanno avuto l’opportunità di vivere direttamente il mare e provare un’esperienza di regata inclusiva con i più bei nomi della vela, tra cui il campione Antonio Squizzato. Per tutti noi sono state giornate di sole, di mare, cullati dal vento e dalle onde in compagnia di fantastici equipaggi, in allegria, ognuno con i propri sogni e le proprie aspettative di vita, con un importante portato umano e sociale: ciascuno rappresenta una risorsa per costruire una quotidianità sempre più solidale e appagante, anche, e soprattutto, in mezzo al mare». (a.n.)

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