La Nuova Sardegna

Olbia

Il direttore del Cipnes non è più sospeso

di Tiziana Simula
Il direttore del Cipnes non è più sospeso

La Cassazione ha annullato con rinvio le misure cautelari per Aldo Carta e Gavino Docche, indagati per turbativa d’asta

02 dicembre 2021
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OLBIA. Aldo Carta non è più sospeso dalle sue funzioni. E potrà quindi riprendere la guida del Cipnes. Lo ha deciso la Cassazione. Che ha annullato l’ordinanza di sospensione per un anno, con rinvio ad altri giudici del Riesame. Annullamento con rinvio anche per Gavino Docche che era stato sospeso per un anno da incarichi di presidenza o di amministratore di società. Un duro colpo all’impostazione accusatoria della Procura di Tempio nell’inchiesta sulla presunta turbativa d’asta nella vendita del Geovillage che vede indagati il direttore del Cipnes e l’imprenditore e creatore del complesso di zona industriale, Gavino Docche.

La sentenza. «Noi dall’inizio avevamo fatto notare che dal punto di vista giuridico la contestazione mossa dalla Procura di Tempio non era penalisticamente corretta. E oggi la Cassazione ha sancito la correttezza della nostra lettura», commenta l’avvocato Alessandro Gentiloni Silveri difensore di Carta insieme al collega Marzio Altana.

Grande soddisfazione anche per i difensori di Docche, gli avvocati Gianluca Tognozzi e Pietro Carzedda.

I ricorsi in Cassazione contro i provvedimenti di sospensione sono stati trattati ieri. La sentenza è arrivata in tarda serata. Nella sua requisitoria, il procuratore generale aveva chiesto l’annullamento dell’ordinanza senza rinvio. Una richiesta che aveva fatto ben sperare il collegio difensivo.

«Il ricorso è stato fatto su motivi di puro diritto. La Cassazione ha dato un fortissimo colpo all’impostazione giuridica dell’indagine», commenta ancora l’avvocato Gentiloni Silveri.

Il direttore del Cipnes era stato sospeso dalle sue funzioni per un anno dal gip del tribunale di Tempio, Caterina Interlandi. Decisione che era stata poi confermata dal tribunale del riesame di Sassari. Gavino Docche era finito prima agli arresti domiciliari insieme al figlio Fabio, misura poi revocata dal tribunale del Riesame di Sassari che aveva disposto nei loro confronti una misura molto più leggera sospendendoli per un anno dall’assunzione di incarichi di presidenza o di amministratori di società.

Le accuse. Stando alle accuse della Procura di Tempio – l’inchiesta è coordinata dal procuratore Gregorio Capasso e dal sostituto Mauro Lavra – Aldo Carta e Gavino Docche avrebbero interferito con una serie di condotte nella procedura fallimentare del Geovillage, impedendo di attivare il bando di gara per la vendita, a danno dei creditori. La curatela sarebbe stata sistematicamente condizionata dall’esercizio scorretto dei poteri del Cipnes, diretti ad avvantaggiare l’interesse privato dei Docche. Una visione opposta a quella dell’indagato che ritiene di avere sempre agito nell’interesse pubblico e di avere negli anni sempre interloquito con la curatela per concertare percorsi giuridici e condividere soluzioni che salvaguardassero tutti gli interessi in gioco. I difensori hanno sempre ribadito l’insussistenza di profili di rilievo penale nel comportamento di Aldo Carta, così come hanno sempre sostenuto che i reati contestati presupponevano procedimenti amministrativi formali – quindi, una gara pubblica – che invece non è mai avvenuta.

L’inchiesta. L’operazione della guardia di finanza era scattata il 10 maggio scorso col sequestro preventivo del Geovillage e l’arresto dei fondatori del complesso turistico alberghiero e sportivo della zona industriale di Olbia. Successivamente il gip del tribunale di Tempio, condividendo l’impianto accusatorio della Procura, aveva sospeso per un anno il direttore del Cipnes. A fine maggio, il Geovillage era stato liberato dai sigilli. Il procuratore aveva ordinato il dissequestro del complesso immobiliare e la restituzione in blocco alla curatela del fallimento.

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