La Nuova Sardegna

Olbia

Ville dei russi "congelate" in Gallura: i costi tutti a carico dello Stato

Giandomenico Mele
Porto Cervo
Porto Cervo

Non trattandosi di beni sequestrati le spese di manutezione sono in capo al Demanio e per ogni fastosa dimora si possono sfiorare i 350mila euro l'anno

06 aprile 2022
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OLBIA. Nascoste tra il granito e il corbezzolo. Blindate e ancora inaccessibili agli occhi indiscreti. Le magioni in Costa Smeralda, ma qui bisogna parlare di gran parte della costa gallurese, da Portisco a Porto Rafael, restano chiuse, ma costano. Da villa “Maureena” di Petr Olegovich Aven, a quelle di Usmanov a Porto Cervo, passando per la residenza di Alexei Mordaschov a Portisco, solo per fare i nomi più eclatanti, le residenze sarde degli oligarchi non hanno solo un valore economico da centinaia di milioni di euro. Vanno mantenute. Ci vogliono molti soldi per gestire tutti i beni congelati agli oligarchi russi in Italia. Congelati, non sequestrati. Chi paga? Manutenzione, polizze ed eventuale personale sono a carico del Demanio. Quindi paga lo Stato, cioè i contribuenti. Ma quanto costa mantenere una villa in Costa Smeralda?

I costi. A rispondere è Daniela Ciboddo, titolare dell’agenzia Engel&Völkers Luxury Real Estate Sardinia, uffici a Porto Cervo ed Olbia. «Ovviamente i costi di gestione dipendono dalla grandezza delle ville, ma soprattutto dal terreno che hanno intorno – spiega la Ciboddo –. Facendo un calcolo su una media annuale, che va oltre la stagione estiva, posso dire che i costi variano dai 250 mila ai 350 mila euro l’anno. Prendo come riferimento una media di tre dipendenti assunti: un giardiniere, una governante e un manutentore. Che non costano meno di 100 mila euro l’anno. Poi i costi possono lievitare in base al tipo di servizi presenti. Faccio un esempio: se si ha una cantina di vini di un certo livello, i costi per l’energia elettrica salgono. Ma, facendo una media comparata, i costi reali non dovrebbero superare i 350 mila euro».

Chi paga. Paga lo Stato, dunque. Perché i sigilli a ville e complessi immobiliari, oltre a yacht ed auto di lusso, sono stati bloccati non su ordine della magistratura, in ragione di un provvedimento giudiziario, ma dal ministero dell’Economia, in base a una decisione politica. Provvedimenti amministrativi eseguiti dalla Guardia di Finanza, con la consegna dei beni all’Agenzia del Demanio. La situazione di Porto Cervo, chiaramente, occupa spesso la scena mediatica. Si tratta, infatti, della località turistica italiana in vetta nel mercato di acquisti di ville di pregio. Un mercato per super ricchi, ma che inevitabilmente crea un indotto straordinario, a molti zeri, per tutto il territorio: a partire dalle attività commerciali e i servizi. L’ultima analisi che conferma questo assunto in progressivo consolidamento è stata certificata dai dati dell’Ufficio studi di Immobiliare.it sugli aumenti della domanda di case da acquistare nelle principali aree turistiche.

Super ville. Lato prezzi, gli aumenti più significativi – rilevati dall’Ufficio studi di Scenari immobiliari – si hanno a Porto Cervo (con prezzi minimi e massimi al mq tra 7mila e 12.450 euro, in crescita del +4,8 per cento), a Capri (da 10.200 a quasi 20mila euro al mq, +4,5% sul 2019) e a Porto Ercole (in Toscana), dove i prezzi vanno da 5.750 a oltre 10.500 euro al mq con un aumento del 4,3 per cento. Le ville degli oligarchi non sono tecnicamente sequestrate, ma “congelate”. Restano, tuttavia, i costi vivi.

«I costi vanno sostenuti per il mantenimento, visto che non devono perdere il loro valore – sottolinea Daniela Ciboddo -. La gestione della villa, oltre i costi del personale, ha altre variabili. Quelle sul mare, per esempio, vanno incontro a una maggiore usura, dunque sono necessari lavori specifici. Poi pensiamo alle piscine. Il costo minimo di manutenzione si aggira intorno ai 15 mila euro l’anno: devono essere svuotate, ridipinte e riempite nuovamente di acqua. Oltre i costi di gestione ordinari».

Il valore. Un recente report dei valori provenienti dalla Banca dati delle quotazioni immobiliari, organo dell’Agenzia delle Entrate, resi noti dal Consorzio Costa Smeralda, aveva collocato le ville di Porto Cervo al primo posto in Italia per valore: davanti a quelle di Santa Margherita Ligure (seconde), Forte dei Marmi e Capri.

Le lussuose residenze di Porto Cervo, Cala di Volpe, Romazzino e La Celvia sono passate da un valore di mercato di 13mila euro al metro quadro di fine 2019 a uno di 14.500 euro al metro quadro di fine 2020 (+11,5%). Ma l’incremento del valore è ancora più considerevole perché - come dimostrano i dati dell’ufficio tecnico del Consorzio Costa Smeralda - nel 2020, per via delle restrizioni, i rogiti nell’area consortile sono stati 90, quindi notevolmente inferiori ai 312 del 2019 e ai 271 del 2018. Gli oligarchi non scelgono le ville a caso e il Demanio dovrà averne molta cura.

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