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Olbia

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Casa-tugurio, nuovo blitz

di Marco Bittau
Casa-tugurio, nuovo blitz

Olbia, la scomparsa di Rosa Bechere: i carabinieri in via Aretino Sequestrati oggetti e carte, presenti i due indagati per omicidio

17 gennaio 2023
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Olbia Il blitz è scattato ieri mattina. I carabinieri del Ros di Cagliari e del nucleo operativo radiomobile di Olbia sono tornati nella casa tugurio di via Pietro Aretino, ultima dimora conosciuta di Maria Giovanna Meloni e Giorgio Beccu, la coppia accusata di omicidio e rapina nell’inchiesta sulla scomparsa di Rosa Bechere, sessantenne, invalida, inghiottita nell’inferno di via Petta. Spediti, determinati, con l’aria sicura di chi sa bene cosa sta cercando, i carabinieri questa volta non hanno badato alle tracce di sangue (già rilevate dal Ris), ma hanno sequestrato tanta roba: carte, un paio di telefonini, utensileria da cucina e apparecchi per la pulizia della casa. Di questi beni gli investigatori sapevano già tutto o quasi: dove erano stati comprati, quando e con i soldi di chi.

Alla perquisizione erano presenti anche i due indagati, accompagnati dal loro difensore, l’avvocato Giampaolo Murrighile, che poi hanno seguito i militari anche nell’altra abitazione di Su Canale, a Monti, e poi nella caserma del reparto territoriale, in via degli Astronauti, a Olbia, per la firma dei verbali.

La nuova perquisizione e il sequestro sono apparse a tutti operazioni mirate. Gli oggetti prelevati soprattutto in via Pietro Aretino, civico 12, secondo la Procura di Tempio potrebbero essere stati acquistati con le carte postali di Rosa Bechere poco prima della sua scomparsa nel nulla. Sempre per l’accusa, un indizio utile per consolidare la tesi che la coppia Meloni-Beccu tra il 19 e il 25 novembre scorso avrebbe stordito con un farmaco, rapinato e infine ucciso Rosa Bechere, facendo sparire il cadavere di cui ancora oggi non c’è traccia. Movente della rapina e dell’omicidio sarebbero i soldi, i pochi risparmi custoditi in casa, il reddito di cittadinanza accreditato in un conto postale, l’aspettativa di un rimborso Inps da 10mila euro, sempre sullo stesso conto. Pochi soldi, ma facilmente disponibili con le carte Bancoposta e Postapay.

In più, se Maria Giovanna Meloni e Giorgio Beccu erano amici così fidati della Bechere, potevano accompagnarla loro nei negozi per fare spese. Anche perché la donna invalida dallo scorso mese di marzo era rimasta sola in casa dopo l’arresto del compagno, Davide Iannelli, indagato per l’omicidio di Tony Cozzolino, bruciato vivo davanti al palazzone polveriera di via Petta. Da quel giorno, era l’11 marzo, Iannelli (difeso dagli avvocati Abele e Cristina Cherchi) si trova in carcere a Bancali e le sue condizioni di salute sono definite preoccupanti. Non è stato mai visitato da un medico e si teme il peggio.

Intanto l’inchiesta condotta dal sostituto procuratore di Tempio, Daniele Rosa, va avanti spedita. Nelle prossime ore è previsto l’accertamento tecnico nella casa di Rosa Bechere, in via Petta, delegato ai carabinieri del Ris di Cagliari. Giovedì 19 gennaio, invece, l’interrogatorio degli indagati: Maria Giovanna Meloni e Giorgio Beccu per la prima volta risponderanno alle domande del magistrato. Per il giallo di via Petta potrebbero essere i passaggi decisivi.


 

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