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La storia

Gabriele racconta la gioia di vivere: «I Giochi matematici dall’ospedale»

di Paolo Ardovino
Gabriele racconta la gioia di vivere: «I Giochi matematici dall’ospedale»

In finale lo studente olbiese della Pais, 11 anni, ricoverato al Microcitemico

04 aprile 2023
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Olbia C'è la felicità, tanta, che va oltre l'imbarazzo per la sua prima intervista. C'è in qualche modo la responsabilità di sentirsi un esempio positivo per chi si trova in una situazione difficile. E c'è anche tanta maturità, nelle parole del piccolo Gabriele Guspini, 11 anni. Studente olbiese della scuola media Ettore Pais, uno de pochi a superare le varie fasi dei "Giochi matematici" promossi dall'Università Bocconi di Milano e a qualificarsi alla finale nazionale. Ce l'ha fatta con un coefficiente di difficoltà decisamente elevato: rispetto ai compagni di istituto, i quiz di matematica li ha svolti dall'ospedale Microcitemico di Cagliari, dove è ricoverato da mesi.

«Voglio far conoscere la mia esperienza per mandare un messaggio positivo a tutti i ragazzi e le ragazze», è quello che Gabriele ha detto ai genitori giusto qualche giorno fa.

Lo scorso mese di febbraio si sono svolte le prime selezioni per i Giochi matematici, competizione che coinvolge scuole italiane e internazionali, organizzata dalla Bocconi di Milano. In quel caso, con prove online. Insieme a diversi altri studenti olbiesi, Gabriele Guspini ha partecipato e ha superato la selezione. In occasione delle semifinali, a marzo, le cose sembravano più complicate perché veniva richiesta la presenza fisica nella sede provinciale, quindi a Sassari. «Impossibile: glielo abbiamo detto sia io che la dottoressa — commenta la mamma, Rosanna Carta —, gli ho detto di lasciar perdere. E invece Gabriele ha insistito, meno male».

Dall’Università Bocconi gli hanno permesso di svolgere la prova direttamente in ospedale a Cagliari, nell'area di day hospital, sotto la supervisione di un professore del Microcitemico. In contemporanea con i suoi compagni sui banchi di Olbia. «Non è stato per niente facile, posso immaginare lo sforzo che ha fatto ma anche la forza di volontà che lo ha spinto», ancora il racconto di mamma Rosanna. C’è tanto orgoglio nelle sue parole. Anche perché suo figlio Gabriele si è dimostrato uno degli alunni migliori d'Italia. Alunno della classe 1ªN della sede centrale di via Nanni della scuola media Ettore Pais, Gabriele Guspini da alcuni mesi sta seguendo il programma di prima media grazie ai docenti della struttura, «e spesso ci aggiorniamo in collegamento — dice la professoressa Maria Pina Coloru, la sua insegnante di matematica —. Io e i miei colleghi siamo fieri di quanto fatto da Gabriele, è passato alla fase finale ma al di là di questo pur importante risultato ha dimostrato una grande maturità e non solo nel percorso di studi».

Poi è lui stesso a parlare, a raccontarsi, attraverso il telefono: «La prova non era troppo difficile. Si trattava di problemi di logica, non proprio matematica — commenta —. Qualche giorno dopo la prof ha chiamato mia madre e in quel momento ho saputo del passaggio alla finale di Milano, ero molto felice». «Come mi sono preparato per i Giochi? – aggiunge lo studente – Direttamente sul sito internet dell’Università Bocconi ho guardato le prove con soluzioni degli anni precedenti, per rendermi conto del tipo di problemi che avrei trovato». Matematica ma anche geografia, scienze e storia: proprio le sue discipline preferite. «Per il futuro ho pensato di scegliere il liceo scientifico, indirizzo tradizionale».

Intanto papà Emanuele fa avanti e indietro da Olbia a Cagliari, con il fratello Gianpaolo, mamma Rosanna gli sta vicino e, quando le ripassa il telefono, aggiunge: «I dottori, i prof dell'ospedale e i prof della scuola, sono tutti veramente fantastici».

Adesso lo aspetta la finale dei Giochi matematici: è in programma il prossimo 13 maggio a Milano, proprio all’Università Bocconi. Il sogno questa volta è poter partecipare dal vivo, in presenza. Si vedrà. «Sono contento di aver superato le prove – conclude Gabriele – mi fa enormemente piacere se la mia storia può aiutare qualcuno». Volere è potere.

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