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Tributo al comandante Cossu partigiano di Tempio che sfuggì ai tedeschi

di Giuseppe Pulina
Tributo al comandante Cossu partigiano di Tempio che sfuggì ai tedeschi

Piacenza ricorderà il carabiniere sardo antifascista di Giustizia e Libertà

11 aprile 2023
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Tempio Un tempiese che ha fatto la Repubblica sarà il protagonista delle celebrazioni della Memoria a Piacenza. L’appuntamento è per il 2024, e il cittadino illustre, ma non a tutti noto, di cui verrà ricordata la figura è Fausto Cossu, l’antifascista di Giustizia e Libertà che si distinse nella liberazione della città emiliana. Comandante della 1ª divisione Piacenza delle Brigate Giustizia e Libertà, Fausto Cossu, fratello del poeta Giulio Cossu, caduto il fascismo, ha scelto di vivere nella Penisola, e questo fatto può aver contribuito a tenere presente meno del dovuto il rilievo storico della sua figura. A dare anticipatamente la notizia del tributo piacentino al Comandante Fausto è stato lo scrittore Giacomo Mameli, in occasione della chiusura a Tempio della tournée del monologo teatrale sulla II guerra mondiale tratto da “La ghianda è una ciliegia”, opera messa splendidamente in scena da Paolo Floris. A confidarlo a Mameli è stato, invece, Pierluigi Bersani, piacentino doc, ex segretario del Pd, da poche settimane presidente dell’Isrec, l’Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea di Piacenza che curerà l’evento in onore del partigiano tempiese. Un evento tanto rilevante che la città gallurese, viene da immaginare, difficilmente rimarrà con le braccia conserte. Ma chi è stato effettivamente Fausto Cossu? Un profilo piuttosto dettagliato si può leggere anche su wikipedia, e per fortuna non mancano i libri che ne fanno menzione, pur essendo chiaro che servirebbe uno studio capace di approfondirne meglio la figura e la conoscenza. Nato a Tempio nel 1914, laureatosi in Giurisprudenza, tenente dei Carabinieri, ventottenne si ritrova in Jugoslavia coinvolto nella II guerra mondiale. In seguito allo sbarco angloamericano nella Penisola e l’annuncio dell’armistizio, non esita a schierarsi contro i tedeschi, che ne mettono in atto l’arresto e la deportazione. Riesce ad evadere e raggiungere l’Italia. Nel Piacentino fonda un primo nucleo di partigiani combattenti che nei due anni della Resistenza s’infoltirà, comprendendo anche molti sardi antifascisti e tanti ex carabinieri. Fausto Cossu ne sarà il leader indiscusso. Dimostra sul campo le sue grandi doti di pianificatore, di cui si vedranno presto i frutti con la liberazione di Bobbio nel luglio 1944. C’è chi lo ha ricordato come un capo integerrimo, forse anche severo e, come si dice in questi casi, ligio al senso del dovere, carismatico e coraggioso. Il 28 aprile del ‘45 la sua brigata entra finalmente a Piacenza, città di cui, per volontà del Clnai (Comitato di liberazione nazionale alta Italia), diventerà il primo questore. Finita la guerra e archiviata l’esperienza resistenziale, si stabilirà definitivamente a Piacenza. Cessato il servizio nell’arma dei Carabinieri, da cui si congeda con il grado di maggiore, svolgerà per tanti anni la professione di avvocato, che avrebbe esercitato anni prima se la guerra e la lotta contro i nazifascisti non lo avessero costretto a fare scelte diverse.

Morto nel 2005, a 91 anni, è stato ricordato a Tempio con un convegno a cui prese parte anche Simone Sechi, lo storico gallurese che ha contribuito molto a far memoria dell’impegno di sardi antifascisti come il comandante Fausto. Figura di rilievo nazionale, il comandante Fausto non ha ancora una via in città che lo ricordi. Ad amministrazioni di differenti orientamenti politici potrebbe esserne risultata non del tutto chiara l’importanza. La ricorrenza piacentina del prossimo anno potrebbe però sottolinearla ancora una volta.
 

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