La Nuova Sardegna

Olbia

Mare e futuro

Olbia, il sottosegretario all’Ambiente: «Le aree marine hanno bisogno di sviluppo, non solo di tutela»

di Serena Lullia

	Il tavolo con i relatori dell'incontro con il sottosegretario Barbato 
Il tavolo con i relatori dell'incontro con il sottosegretario Barbato 

Parte da Tavolara il tour dell’esponente del Governo Meloni. «La legge istitutiva dei parchi va revisionata. Non consente di fare molto»

16 settembre 2023
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Olbia Sceglie la sede dell’area marina protetta di Tavolara per tracciare la rotta 2.0 di parchi e Amp. Revisione della legge quadro che le istituisce, appesantita da oltre 30 anni di storia. Stati Generali di parchi e Amp. Collaborazioni pubblico-private. Volontari per presidiare le acque tutelate. Il sottosegretario all’Ambiente, Claudio Barbaro, ospite dell’ente verde entrato nella sua fase 2 dopo uno stallo di un anno e mezzo per la presidenza, prende appunti sulle richieste del territorio. Un cavo elettrico che consenta all’isola di Tavolara di raggiungere l’autonomia energetica. Tempi rapidi per la Via, la valutazione di impatto ambientale, per l’atteso escavo del porto Isola Bianca.

Tavolara energivora L’isola di Tavolara ha provato a nutrirsi solo di sole, ma come sottolinea il sindaco Settimo Nizzi – alla guida del comune che per un anno ha la presidenza dell’Amp di Tavolara «non ha funzionato bene». Il primo cittadino invita il sottosegretario a prendere appunti. «Vorremmo, con il consenso e il contributo economico dei comuni di Olbia, Loiri Porto San Paolo e San Teodoro portare un filo elettrico dalla terraferma fino a Tavolara. Sono state fatti numerosi interventi, costati sacrifici e denari alla collettività. A oggi non siamo riusciti a portare a casa quel risultato. Il fotovoltaico non ha funzionato bene. Tutto quello che funziona all’interno dell’isola, le attività commerciali, non riescono a portare a casa “momenti di salvaguardia ambientale” importanti. Con il collegamento alla rete elettrica riduciamo l’impatto ambientale e facciamo funzionare bene l’impianto di depurazione e le poche case e attività che ci sono».

L’escavo del porto La seconda richiesta che arriva dal territorio è per l’escavo del porto Isola Bianca ormai non più rinviabile, rafforzata dalle parole del presidente dell’Autorità di sistema portuale della Sardegna, Massimo Deiana. «Il problema esiste – conferma – . Fortunatamente, a oggi, questo non ha generato perdite di traffico ma è ovvio che dobbiamo pensare al futuro. Il progetto per dragare quasi un milione di metri cubi di sabbia dai fondali è pronto e finanziato. 94 milioni di euro, di cui 20 per i lavori, oltre 70 per indagini, perizie, supplementi di indagine. Stiamo per presentarlo alla Via, procedura che può durare fino a 330 giorni. Noi speriamo di stare molto più all’interno di questi tempi». Impegni non promesse Il sottosegretario Barbaro mostra doti da equilibrista della parola per non cadere nel trappolone delle promesse. «Posso dire che io e il mio staff produrremo il massimo impegno sulle richieste che mi sono state sottoposte, ma non sono in grado di dare risposte. Non sarebbe serio da parte mia. Di sicuro le prendo in carico e le studieremo».

Via i lacci della 394 Molto più chiaro invece il futuro di parchi e Amp d’Italia. A partire dalle revisione della legge quadro che le istituisce, la 394 del 1991. «Una legge datata su un tema troppo a lungo sottovalutato – spiega Barbaro –, che soffre di un duplice problema. La scarsa sensibilità e l’avere oltre 30 anni. Una legge che permette poco lo sviluppo delle aree marine protette. Non si può pensare sempre e solo ai soldi che possono arrivare dallo Stato. Bisogna cercare di capire come unire l’interesse pubblico e quello privato, sviluppando ipotesi di carattere commerciale». Una revisione che non sarà calata dall’alto, garantisce l’esponente di Fratelli d’Italia. L’idea è creare un laboratorio di confronto attraverso gli Stati generali di parchi e Amp «che ci vedrà impegnati da qui ai prossimi sei sette mesi». La parola d’ordine è snellire la burocrazia. «Se non andiamo a semplificare la vita dei parchi corriamo il rischio di replicare le stesse logiche che ci sono nelle amministrazioni locali dove spesso, sicuramente non qui, i parchi rappresentano un doppione dei consigli comunali. E spesso sono diventati cimiteri degli elefanti, di politici che non sono stati eletti».

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