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Olbia

La sanità che funziona

Un paziente con ictus al giorno dal Pronto soccorso al Mater Olbia: assistenza in meno di un’ora

Un paziente con ictus al giorno dal Pronto soccorso al Mater Olbia: assistenza in meno di un’ora

Si rafforza la sinergia tra il Giovanni Paolo II e la struttura ospedaliera del Qatar per ridurre i tempi di intervento

01 novembre 2023
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Olbia L’ictus è una patologia tempo-dipendente. Prima si interviene e maggiori saranno le possibilità di sopravvivere e di non riportare danni. Ma bisogna affidarsi a strutture altamente specializzate come le Stroke Unit. Al Mater Olbia il personale si dedica H24 all’ictus e, aspetto importante, opera in piena sinergia con il pronto soccorso del Giovanni Paolo II. Una collaborazione, tra pubblico e privato, che si è ulteriormente rafforzata con una simulazione che ha coinvolto gli operatori delle due strutture nel percorso stroke.

Una giornata di formazione te voluta dall’Accademia Angels che porta avanti un “progetto non promozionale per migliorare il trattamento dell’ictus ischemico in tutto il mondo con l’obiettivo di aumentare gli ospedali con Stroke”, come ha spiegato ieri nell’aula didattica del Giovanni Paolo II Linda Serra, consulente del centro Angels per il nord est dell’Italia. Dopo una prima parte teorica, svolta nell’aula didattica del Giovanni Paolo II, ecco la simulazione di un’emergenza - con una finta paziente - per accelerare i tempi di assistenza e cura, rafforzare il rapporto tra medici ei infermieri coinvolti, superare eventuali criticità.

A spiegare il percorso, dalla presa in carico all’arrivo in Stroke,è stata Rosanna Beretta, direttrice della Struttura complessa di Medicina d’Urgenza. «Abbiamo trattato centinaia di pazienti in collaborazione con il Mater Olbia, perché l’ictus è una patologia impattante notevole. Solo nell’ultimo mese non è passato un solo giorno in cui dal nostro pronto soccorso non sia stato trasferito al Mater almeno un paziente con ictus». Ed ecco che cosa avviene. «Appena il 118 riceve la richiesta di intervento - spiega la Beretta - l’ambulanza si muove e la centrale operativa mette in allerta sia noi che la Stroke del Mater. Quando il paziente entra al pronto soccorso ha ovviamente un accesso diretto: viene subito monitorato, trasferito in Radiologia per la Tac e poi portato con la nostra ambulanza in Stroke».

«A quel punto noi sappiamo già se c’è un’ischemia, se c’è un’emorragia e dov’è l’ostruzione. Se il paziente ha un’ostruzione di un grosso vaso, è difficile che con una terapia endovenosa si riapra, allora attiviamo il radiologo interventista - spiega Paolo Profice, primario di Neurologia e Stroke Unit al Mater -. In tale evenienza, l'Unità Operativa di Radiologia è pronta ad attivarsi, per consentire l'intervento della équipe di radiologia Interventistica, per disostruire il vaso occluso. In caso di ostruzione di una piccola arteria si tratta il paziente solo con la trombolisi, per ostruzione di arterie di grosso calibro, invece, si possono eseguire sia la trombolisi che il trattamento endovascolare».

Ma quanto deve durare un percorso virtuoso? «Meno di un’ora - risponde Rosanna Beretta - e in molti casi riusciamo ad accorciare ulteriormente i tempi. Dare assistenza e cura in tempi rapidi non solo serve a salvare le vite ma a evitare soprattutto che i pazienti diventino invalidi». «L’emergenza-urgenza è un tema prioritario per la Gallura – dice il direttore sanitario della Asl Gallura, Raffaele De Fazio – e la collaborazione tra i due ospedali olbiesi, in questo momento storico, può essere di supporto all’intero sistema». «Siamo soddisfatti di questa sinergia – aggiunge il ds del Mater, Giorgio Sorrentino – perché l’attività di simulazione sulle patologie tempo-dipendenti consente a tutti gli attori in gioco di conoscersi e lavorare in équipe per curare tempestivamente i pazienti». (s.p.)

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