Olbia, accusato di aver picchiato la figlia: mai aperto il processo dopo nove anni
Il giudice del tribunale di Tempio ha dichiarato la prescrizione
Olbia Nove anni non sono bastati per definire un processo che vede una bambina, all’epoca dei fatti di due anni e mezzo, vittima di presunti maltrattamenti da parte del padre. Il procedimento penale nei confronti dell’uomo, accusato di lesioni ai danni della figlia, è stato dichiarato prescritto senza che si fosse, di fatto, mai aperto. Nello stesso processo figura imputata anche la madre della minore, ora dodicenne, accusata di non aver rispettato il provvedimento emesso dal tribunale di Tempio con il quale si disponeva che il padre potesse tenere con sé la figlia una volta al mese.
Una storia complessa e delicata che non è stata sviscerata come invece sarebbe stato necessario nel corso di un processo. Finito con una prescrizione che lascia l’amaro in bocca. Una sorte che nel tribunale di Tempio sta toccando ormai a molti, troppi processi. A far sentire tutta la sua rabbia è la madre della bambina che aveva denunciato suo marito dopo alcuni episodi di maltrattamenti nei confronti della piccola. La coppia – lei della provincia di Sassari, lui, straniero –, hanno vissuto per anni in città. «È assurdo che si sia arrivati alla prescrizione, è vergognoso che dopo nove anni non sia stato celebrato il processo», dice la donna che nel contempo ha avviato tutte le procedure per l’affidamento esclusivo della figlia.
I fatti risalgono al 2015. Nel 2018, tre anni dopo la denuncia, il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Tempio aveva emesso il decreto penale di condanna nei confronti dell’uomo per lesioni personali ai danni della bambina, e della madre, per non aver rispettato le disposizioni del giudice che stabiliva quando il padre potesse vedere la bambina. I loro difensori si sono opposti al decreto penale. Dopo due anni e due mesi è stata fissata la prima udienza.
Il processo è passato attraverso il periodo Covid, varie difficoltà del sistema giudiziario, oltre che nelle mani di cinque giudici diversi. Si è andati di rinvio in rinvio per una decina di udienze, e il processo non è stato mai aperto. Finché martedì 20 febbraio, il giudice Silvia Campesi preso atto del tempo trascorso, ha dichiarato la prescrizione. (t.s.)