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Ambiente da salvare

Mediterraneo a rischio, barca-laboratorio salpa da La Maddalena

di Marco Bittau
Mediterraneo a rischio, barca-laboratorio salpa da La Maddalena

Il catamarano del Centro velico Caprera, One ocean foundation e Marina militare

28 aprile 2024
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La Maddalena Si chiama One, catamarano di 48 piedi, la barca-laboratorio salpata sabato scorso da La Maddalena per promuovere la salvaguardia del Mediterraneo. A bordo l’equipaggio di ricercatori e partner del progetto Mare 2024 – acronimo di Marine adventure for research & education – che unisce la pratica marinara, la ricerca scientifica e la promozione.

La barca-laboratorio, oltre l’Italia, toccherà la Francia e la Spagna in ben 10 tappe. Farà rientro il 6 luglio a La Maddalena dopo aver navigato nelle principali aree marine protette del Mediterraneo nord occidentale. Attraccherà ogni sabato di maggio e giugno, nell’ordine, a Savona, Nizza, Marsiglia, Port-Argelès, Barcellona, Ibiza, Minorca, Ajaccio, Santa Teresa Gallura, oltre tappe intermedie a Porto Ferraio, Saint Tropez e Montecarlo.

L’iniziativa è giunta alla sua terza edizione, voluta e sviluppata dalla Fondazione Centro velico Caprera con la collaborazione scientifica di One ocean foundation e il patrocinio della Marina militare italiana. Il catamarano One è il principale ambasciatore del progetto, avendo già navigato nel 2022 attraverso il Tirreno, poi nel 2023 nell’Adriatico. Quest’anno la partenza da La Maddalena, la “casa” della Fondazione Centro velico Caprera.

Il progetto Mare in tre anni ha conquistato una risonanza internazionale, in virtù dei risultati scientifici prodotti che rappresentano un “unicum” nel mondo della ricerca nel Mediterraneo. I numeri parlano chiaro: quasi 3000 miglia navigate e circa 200 ospiti a bordo. Inoltre, gli studi condotti a bordo sono diventati oggetto di divulgazione, articoli scientifici e anche tesi di laurea che lasciano un segno tangibile per le nuove generazioni.

Le finalità di quest’anno, sono principalmente due: contribuire alla conoscenza e alla conservazione della biodiversità marina attraverso l’analisi di Dna ambientale, foto identificazione e di bioacustica; valutare lo stato di contaminazione del Mediterraneo tramite analisi di ecotossicologia, studio di comunità batteriche, analisi dell’inquinamento da microplastica.

«La tutela dell’ambiente è sempre stata nel nostro Dna e già dalla metà degli anni Sessanta al Centro velico Caprera la sostenibilità aveva un senso preciso e un’applicazione pratica – spiega Stefano Crosta, presidente della Fondazione – In 56 anni di attività la scuola ha veicolato la cultura marinara e la passione per il mare a oltre 150 mila allievi e allieve. Nei primi due anni sono saliti a bordo 6 atenei. Quest’anno One ospita per oltre due mesi i ricercatori di università straniere e italiane, tra cui anche la prestigiosa Stazione zoologica Anton Dohrn, e istituzioni come la Marina militare, per diventare una vera e propria piattaforma di ricerca».

Tra i partner prestigiosi del progetto c’è la One ocean fiundation. «Siamo felici di continuare la nostra collaborazione – dice il presidente Riccardo Bonadeo, già commodoro dello Yacht club Costa Smeralda –. Abbiamo creduto in questa iniziativa, che rappresenta un’eccellente sintesi della nostra missione: promuovere educazione e conoscenza sulla protezione dell’ambiente marino da una parte, e dall’altra ampliare le attività di monitoraggio e ricerca scientifica».

Quindi la Marina militare. «Da sempre siamo impegnati nel preservare l’ambiente marino – dice il capitano di vascello Paolo Spagnoletta –. Questo impegno si traduce in un’azione concreta tramite campagne addestrative e operative per la tutela da ogni forma di inquinamento. Nel caso della missione del progetto Mare un nostro team di specialisti offre il suo contributo con il monitoraggio dei parametri ambientali marini e con il controllo e la protezione della biodiversità marina».

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