La Nuova Sardegna

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Sicurezza

Olbia, piano anti-alluvione ai nastri di partenza: i primi cantieri nel 2026

di Dario Budroni

	Il quartiere di Isticcadeddu dopo l'alluvione del 2013
Il quartiere di Isticcadeddu dopo l'alluvione del 2013

A Roma il progetto olbiese ha ottenuto un riconoscimento dall’Ance

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Olbia Dai grafici agli appalti, dai rendering alle ruspe. È da anni che il piano anti-alluvione prende forma tra uffici tecnici e studi di progettazione. Il percorso non è certo dei più veloci ma adesso il capolinea sarebbe finalmente più vicino. Il cronoprogramma è stato stabilito: nel 2026 si partirà con i primi lavori, mentre l’ultimo cantiere sarà terminato nel 2030. Cinque anni di interventi pianificati con l’obiettivo di mettere in sicurezza la città ed evitare dunque una nuova alluvione come quella del novembre del 2013, che ha contato nove vittime soltanto a Olbia. Ma non solo. Insieme alla mitigazione del rischio, il Comune, attraverso le nuove opere, punta anche a riqualificare e rigenerare i quartieri e a migliorare il rapporto tra la città e i suoi canali. Ne ha parlato il sindaco Settimo Nizzi durante la conferenza “Città nel futuro 2030-2050”, organizzata dall’Associazione nazionale costruttori edili e da Mecenate90 al museo Maxxi di Roma. Il piano anti-alluvione di Olbia è stato infatti riconosciuto dall’Ance tra le migliori esperienze italiane di rigenerazione urbana e sostenibile.

Tempi e lavori. Il contenuto del piano “Olbia e le sue acque”, progettato dallo studio Technital e attualmente in fase di Via in Regione, è noto da anni. Oltre alla demolizione dei ponti-tappo – alcuni già eliminati – è prevista soprattutto la realizzazione di un maxi canale scolmatore sotterraneo che raccoglierà l’acqua del rio Seligheddu per trasportarla fino al fiume Padrongianus. Previsti anche numerosi interventi lungo i canali. In cassa ci sono circa 250 milioni di euro. Secondo il cronoprogramma, i lavori saranno appaltati nel 2026 e, subito dopo, saranno avviati i primi cantieri. Le opere iniziali partiranno in contemporanea: i dragaggi delle foci dei canali, la realizzazione delle opere di presa, gli scavi per la galleria dello scolmatore del Seligheddu e gli interventi sullo scolmatore di Abba Fritta. Il piano di messa in sicurezza, salvo intoppi e nuovi rallentamenti, sarà terminato entro il 2030.

Incontro a Roma. Nella conferenza di Roma, davanti a una platea di esperti e amministratori, il sindaco Nizzi ha così illustrato il piano che rivoluzionerà il futuro della città. Con lui anche Simone Venturini, l’ingegnere di Technital che ha firmato il progetto. Entrambi hanno parlato di un «esempio concreto di come un territorio colpito da eventi calamitosi possa trasformare la vulnerabilità in occasione di innovazione, sicurezza e sviluppo urbano sostenibile». «Essere invitati a un appuntamento di questa portata è motivo di orgoglio per tutta la città – commenta il sindaco Nizzi –. È il riconoscimento di un lavoro serio e lungimirante che stiamo portando avanti da anni. Olbia ha scelto di investire nella sicurezza e nella qualità della vita, dimostrando che è possibile costruire una città resiliente, moderna e attenta all’ambiente». Soddisfatto anche Luigi Schiavo, vicepresidente nazionale di Ance: «Il progetto di Olbia mi ha profondamente emozionato. Non solo per la sua ambizione tecnica e la visione strategica, ma per la passione e la determinazione con le quali è stato concepito e portato avanti. È la dimostrazione concreta di come l’ingegneria e la pianificazione urbana possano diventare strumenti di protezione, rinascita e bellezza per un territorio». Sulla stessa linea Pierpaolo Tilocca e Silvio Alciator, presidenti di Ance Sardegna e di Ance Centro Nord Sardegna, che hanno sottolineato «come il riconoscimento ottenuto da Olbia rappresenti non solo un modello di approccio alla mitigazione del rischio idraulico, ma anche un esempio virtuoso di collaborazione tra amministrazione pubblica e imprese». La realizzazione delle opere, tra le altre cose, coinvolgerà in modo diretto il tessuto imprenditoriale locale, offrendo nuove opportunità per il settore anche in termini di occupazione.

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