La Nuova Sardegna

Olbia

Indagini concluse

Porto Cervo, banda degli orologi di lusso: c’è il giudizio immediato

Porto Cervo, banda degli orologi di lusso: c’è  il giudizio immediato

Il processo si aprirà il 15 settembre: i tre arrestati avevano rubato due orologi del valore di 300mila euro

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Olbia Per la banda degli orologi di lusso la giustizia non ha atteso. A meno di tre mesi dai colpi, il giudice per le indagini preliminari Marcella Pinna ha disposto il giudizio immediato su richiesta del sostituto procuratore Sara Martino: il processo si aprirà il 15 dicembre davanti al tribunale di Tempio. Sul banco degli imputati finiranno Amine Zeguir, 34 anni, di origine algerina; Zakaria Elhdriaslh, 27 anni, nato a Barcellona; e Salim Hadad, 29 anni, di Marsiglia.

I tre, accusati di furto aggravato e rapina in concorso, sono rinchiusi nel carcere di Bancali.

Secondo la ricostruzione della Procura, la banda avrebbe colpito due volte in pochi giorni tra le vie del lusso di Porto Cervo, scegliendo come bersagli turisti stranieri e orologi di altissimo valore. Il primo episodio risale al 23 luglio: una donna tedesca, in vacanza in Costa Smeralda, era appena uscita da un negozio quando uno degli uomini le avrebbe strappato dal polso un orologio “Richard Mille” del valore di circa 260mila euro, fuggendo poi su uno scooter condotto da un complice, mentre un terzo faceva da palo. La donna è assistita dall’avvocato Rino Cudoni.

Sei giorni dopo, il 29 luglio, un secondo colpo: vittima un turista del Bahrein, aggredito davanti all’hotel Aethos e spinto a terra mentre due uomini gli strappavano dal polso un Patek Philippe “Aquanaut” da 40 mila euro. La fuga, questa volta, è avvenuta a bordo di una Volkswagen Polo, guidata - secondo gli inquirenti - da Hadad.

Le modalità, analoghe nei due episodi, hanno subito fatto pensare a un gruppo organizzato, capace di muoversi con rapidità e precisione tra le vie affollate della località più esclusiva del nord Sardegna. Le indagini, coordinate dalla Procura di Tempio e condotte dai carabinieri del Norm di Olbia, si sono chiuse in tempi record. Determinanti le immagini di videosorveglianza, le testimonianze raccolte e le individuazioni fotografiche che hanno portato, il 31 luglio, al fermo dei tre sospettati, difesi dagli avvocati Maria Assunta Argiolas e Salvatore Arcadipane. La richiesta di giudizio immediato, accolta dal gip, è arrivata il 30 settembre: segno, per la Procura, che le prove raccolte sono considerate evidenti. Con questa formula si salta l’udienza preliminare e si arriva direttamente al processo. A dicembre, appunto. Quando la banda degli orologi dovrà rispondere delle accuse e fornire la propria versione dei fatti. (s.p.)

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