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Raccolta dei rifiuti, a Budoni aumenta la Tari. Ed è polemica

di Pietro Rudellat
Raccolta dei rifiuti, a Budoni aumenta la Tari. Ed è polemica

Il sindaco Addis spiega i ritocchi della tassa: «Adeguamenti di legge necessari»

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Budoni È polemica a Budoni sull’aumento della Tari, la tassa sui rifiuti, decisa dall'amministrazione comunale. Una polemica nata soprattutto sui social e alla quale il sindaco Antonio Addis e l'assessora al Bilancio Michela Brundu hanno replicato.

L’amministrazione ha prima chiarito che la riscossione del tributo sui rifiuti non avviene più tramite l'Agenzia delle entrate, ma viene gestita direttamente dal Comune. «Il tributo – spiega il Comune – viene applicato in base alla legge 147 del 2013 che attribuisce ai Comuni la competenza a disciplinare, con proprio regolamento, i criteri di commisurazione della tariffa e la determinazione delle categorie di utenza, nel rispetto del principio “chi inquina paga”. La Tari è un tributo destinato alla copertura integrale dei costi del servizio di gestione dei rifiuti e non si tratta dunque di una tariffa corrispettiva proporzionata all’effettivo utilizzo del servizio, ma di un tributo commisurato a parametri presuntivi di produzione, approvati annualmente dal consiglio comunale».

Il Comune fa notare che da cinque anni la competenza in materia di regolazione, vigilanza e controllo dell’intero ciclo dei rifiuti, dalla raccolta alla riscossione del tributo, è affidata ad Arera, l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente, che ha fissato, attraverso i propri provvedimenti, parametri minimi di applicazione mediante coefficienti ministeriali dai quali i Comuni non possono discostarsi.

Tali parametri devono essere applicati inderogabilmente con le modalità definite dall’Autorità, che ha orientato il sistema verso un meccanismo di determinazione del tributo non più legato alla superficie dell’immobile, ma basato su ulteriori criteri di ripartizione dei costi e di determinazione delle tariffe. «Il Comune di Budoni – prosegue l’amministrazione – si è pertanto adeguato a questa disciplina e ha dovuto procedere alla rideterminazione del tributo per il 2025 sulla base dei criteri imposti da Arera e mai recepiti dal Comune che fino allo scorso anno applicava la Tari sulla base di tariffe stabilite 10 anni prima e mai modificate o incrementate. È evidente come la revisione del prelievo e la ridistribuzione del carico tributario si siano rese necessarie per adeguarsi alla reale e attuale consistenza della platea dei contribuenti. Si è, pertanto, proceduto all’inserimento dell’effettivo nucleo familiare nelle famiglie residenti e si è adeguato il sistema di prelievo del 2014, previsto per i comuni fino a 5000 abitanti, e aggiornato al 2025 con i criteri riservati ai comuni con popolazione superiore ai 5000 abitanti come nel caso di Budoni. Il nuovo sistema ha rideterminato in via generale il metodo di prelievo andando ad incrementare tutte quelle fattispecie che prima venivano tassate in maniera insufficiente rispetto ai criteri di Arera».

«In realtà – specifica il Comune di Budoni – il beneficio per le casse comunali derivante dalla rideterminazione di tutte le bollette è inesistente. Infatti, dal gettito 2024 di 2 milioni e 629 euro si è passati ad un gettito di 2 milioni 683 mila euro del 2025 con un incremento di quasi 54 mila euro. In ogni modo, le entrate della Tari sono destinate alla copertura del costo del servizio e, perciò, il Comune non ne trae alcun maggior beneficio. Non si tratta di una esigenza di fare cassa bensì di adeguare il sistema di prelievo alla normativa imposta dallo Stato e da Arera, cosa che negli ultimi 10 anni non era stata fatta».

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