La Nuova Sardegna

Olbia

Il traguardo

Cento anni di cemento, mattoni e tanto cuore: la storia della famiglia Rasenti

di Dario Budroni
Cento anni di cemento, mattoni e tanto cuore: la storia della famiglia Rasenti

Oggi a portare avanti l’impresa di famiglia sono quattro nipoti del fondatore Giuseppe

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Olbia Cento anni tondi tondi e una città che, per certi versi, è diventata così grande anche grazie a loro. Perché è dal 1925 che i Rasenti ci mettono cuore, cemento, ferro e mattoni. Stessa licenza, stessa linea di sangue. Dal nonno con la bombetta ai nipoti che parlano di materiali da costruzione ecosostenibili. In mezzo c’è un secolo di storia e di vita familiare: Terranova che si trasforma in Olbia, il dopoguerra, il boom del turismo e una città in continua espansione. «Quando nonno Giuseppe aprì la sua attività Olbia era tutta lì, c’era soltanto quello che oggi chiamiamo centro storico» sottolineano i nipoti Pietro e Giuseppe Rasenti. Tutto cominciò in via De Filippi. Poi, molti anni dopo, il trasloco in fondo a viale Aldo Moro.

«In via De Filippi non ci stavamo più. E soprattutto non passavano più i mezzi. Andavano bene i carretti e i camioncini, ma ce lo vedete voi un autotreno passare in quella strada?». Naturalmente no. Olbia è cambiata e in parte sono cambiati anche loro. Ma la missione – un secolo dopo – resta ancora la stessa: vendere materiale edile e, da qualche tempo, anche elementi di arredo. Pure la passione è sempre la stessa, identica a quella che, un secolo fa, spinse Giuseppe Rasenti a creare una attività tutta sua.

La storia La famiglia Rasenti è presente a Olbia dai primi decenni del Settecento. Due secoli più tardi, invece, la svolta imprenditoriale. «Fu nostro nonno a fondare l’impresa, anche se prima ancora, verso la fine dell’Ottocento, i nostri bisnonni aprirono una rivendita di tabacchi in corso Umberto – racconta Pietro –. Per quanto riguarda la nostra attività, tutto cominciò con un deposito di legname. Presto, però, arrivò il materiale da costruzione più classico: mattoni, cemento, ferro. Il deposito si trovava in via De Filippi, nell’area oggi occupata dalla banca. Poi il trasferimento in viale Aldo Moro, era il 1978». Negli anni Sessanta l’impresa passò nelle mani dei figli di Giuseppe: Tonino e Alvaro, conosciutissimi a Olbia. Dagli anni Novanta, invece, opera la terza generazione: Giuseppe e Manlio, figli di Alvaro, e Pietro e Angelica, figli di Tonino. Trasformazioni e passaggi di consegne che hanno contribuito all’espansione di Olbia.

Perché sono centinaia (se non di più) gli edifici della città – ma anche del borgo di Porto Rotondo – che sono stati costruiti con il materiale acquistato dai Rasenti. «Ma naturalmente, negli anni, è cambiato tutto – ricorda Pietro –. Nel dopoguerra, per esempio, gli olbiesi venivano da noi, prendevano il materiale, si costruivano la casa e poi pagavano piano piano. Non c’erano le banche, bastava una stretta di mano. A Olbia ci si conosceva praticamente tutti. Un tempo la manodopera costava molto meno dei materiali. Oggi, invece, accade l’esatto contrario».

Rasenti oggi Dal 2007 la Rasenti materiali da costruzione spa – che festeggia il centenario proprio in queste settimane – fa parte del consorzio BigMat, con oltre mille punti vendita e 577 soci in sette Paesi. L’azienda olbiese – che in viale Aldo Moro conta sia uno showroom che un negozio di materiali – vanta una ventina di dipendenti e un fatturato di circa sei milioni di euro.

Una attività che continua naturalmente a seguire tutte le trasformazioni del mercato e anche dei materiali richiesti per la costruzione. «Sicuramente tante cose sono cambiate dopo la grande crisi del 2008 – ricorda Pietro Rasenti –. Il mercato si è spostato non tanto sulla costruzione del nuovo ma sulla ristrutturazione. È significativa anche l’evoluzione dal punto di vista dell’innovazione dei materiali. Oggi si parla di cappotto, di isolamento, di ecosostenibilità». «Poi, ovviamente, dagli anni Ottanta-Novanta è cambiata anche l’estetica – sottolinea Giuseppe –. Una spinta di questo tipo, a Olbia, è arrivata soprattutto dalla vicina Porto Rotondo e dalla Costa Smeralda. Realtà internazionali che fatto sicuramente la loro parte nel modo di concepire la casa anche in città».

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