La Nuova Sardegna

Olbia

Tribunale

Olbia, maltrattamenti nel canile, rinviati a giudizio un veterinario e la moglie: ecco chi sono


	La guardia di finanza durante il sopralluogo nel canile Europa 
La guardia di finanza durante il sopralluogo nel canile Europa 

Nel 2019 era scattato il sequestro del canile Europa

2 MINUTI DI LETTURA





Olbia Il veterinario Quinto Puddu, direttore sanitario del canile Europa, e sua moglie Pina Murru, presidente dell’associazione di volontariato “Movimento per la biodiversità” che gestiva la struttura, a Pedres, alla periferia di Olbia, sono stati rinviati a giudizio, oggi 18 dicembre, dal gup del tribunale di Tempio, Marcella Pinna. Il processo inizierà il 19 febbraio 2026. Sono accusati di truffa ai danni dei comuni sardi con i quali venivano stipulate le convenzioni per accogliere i randagi (26 parti offese, tra cui numerosi comuni), maltrattamento e uccisione di cani, indebita percezione di contributi pubblici e reati fiscali. Il Comune di Tempio, rappresentato dall’avvocata Giusy Demuro, l’Enpa (Ente nazionale per la protezione animali), rappresentata dall’avvocata Claudia Ricci, e il proprietario di un cane, si sono costituiti parte civile nell’udienza preliminare che si era aperta oltre tre anni e mezzo fa. Sono state udienze molto combattute,  nel corso delle quali i difensori dei due imputati, gli avvocati Nicola Di Benedetto e Michele Ponsano, hanno cercato di dimostrare con una serie di produzioni documentali, la loro innocenza. Lo stesso veterinario aveva reso dichiarazioni in aula difendendosi e ribadendo la regolarità della sua gestione.

La lunga inchiesta investigativa condotta dalla Guardia di finanza, in collaborazione con le Guardie zoofile dell’Ente nazionale protezione animali, aveva fatto scattare nell’aprile 2019 il sequestro del canile Europa e un anno dopo, nel giugno 2020, una serie di provvedimenti disposti dal gip Caterina Interlandi, che aveva condiviso l’impianto accusatorio dei magistrati galluresi. La Procura di Tempio contesta a Quinto Puddu e a sua moglie il reato di truffa ai danni di numerosi comuni sardi con i quali venivano stipulate le convenzioni per accogliere i randagi nel canile. Per gli inquirenti il “Movimento per la biodiversità” si presentava con la veste giuridica fittizia di associazione di volontariato per partecipare ai bandi dei comuni con cui stipulava le convenzioni, percependo indebitamente i contributi pubblici e usufruendo di un regime fiscale agevolato, ma era a tutti gli effetti una società commerciale. Pesanti le contestazioni sul fronte dei maltrattamenti. Dagli accertamenti eseguiti dai veterinari dell’Università di Sassari e dalle perizie dei consulenti tecnici, era emerso che i cani ospitati nel canile vivevano in pessime condizioni igienico sanitarie, malnutriti e confinati in box sporchi e piccoli, alimentati con cibi inadeguati e scadenti. Una condizione di sofferenza che provocava negli animali patologie e infezioni ma anche malformazioni e deformazione degli arti. «Nella fase istruttoria dibattimentale avremo la possibilità di dimostrare l’innocenza dei nostri assistiti», commentano i difensori di Quinto Puddu e di sua moglie. (t.s.) 

Primo Piano
Previdenza

Pensioni, salta la stretta sul riscatto della laurea

Video

Sassari, al mercato civico è già Natale: i prezzi e i prodotti più richiesti per i banchetti delle feste

Le nostre iniziative