La Nuova Sardegna

Servono soldi per le imprese, utilizziamo anche il Sardex

Mariano Mariani
Servono soldi per le imprese, utilizziamo anche il Sardex

Abbiamo la fortuna di avere in casa un sistema funzionante e collaudato e sarebbe irresponsabile non coinvolgerlo appieno in questo delicato momento - IL COMMENTO

19 aprile 2020
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Oltre agli sforzi straordinari di medici ed infermieri per combattere il Coronavirus, serve ora uno sforzo altrettanto grande e concreto delle istituzioni per salvare il sistema produttivo del nostro Paese. La preoccupazione è ovviamente ancora più forte per le economie già deboli, come la Sardegna, ben prima del lockdown. Anche la politica regionale ha approntato misure specifiche per fare fronte all’emergenza economica. Come per i provvedimenti varati dal Governo nazionale, tuttavia, anche quelli regionali hanno il grosso limite che difettano di tempestività e rischiano di arrivare alle imprese quando sarà troppo tardi. La liquidità per le imprese non può essere erogata con i normali tempi e le normali regole del pre-Coronavirus. Servono misure straordinarie, nuove ed originali, possibili grazie anche agli allentamenti su vincoli di bilancio e deroghe per gli aiuti di stato concessi dalla UE. In questa direzione nei giorni scorsi è stata lanciata una proposta dal consigliere regionale Antonello Peru a nome del gruppo di maggioranza UDC-Cambiamo che merita alcuni approfondimenti.

Appare chiara l’attenzione riposta sulla rilevanza della liquidità e sulla tempestività. Tutta l’attenzione è oggi concentrata sul sistema bancario chiamato ad uno sforzo simile a quello richiesto ad ospedali e personale sanitario. Ma riusciranno le banche a fornire liquidità in tempi ragionevoli alle imprese? Oggi serve una azione di sistema che coinvolge direttamente le istituzioni. A casa nostra serve una presa di posizione chiara e netta del governo regionale. Si valuti rapidamente se le banche, con misure straordinarie, garantite dalla Regione, possano o meno essere messe nelle condizioni di affrontare il problema della liquidità. Se no, come molto probabile, si valutino anche altri strumenti oltre quello del credito con garanzia; si sostengano, per esempio, le imprese ad effettuare emissioni di mini-bond o basket-bond, come ha già fatto con successo la Regione Campania, che non incidono sulla esposizione bancaria e hanno tempi rapidi. Ma, soprattutto, valuti la nostra Regione se per salvare il tessuto delle micro-imprese, dei piccoli esercizi commerciali, delle ditte individuali, tutti costretti a fermare l’attività, non sia il caso di lasciare perdere i prestiti (a quelli ci sta pensando lo Stato) per orientare tutte le risorse regionali su interventi a fondo perduto per importi fino a 15.000 utilizzando i fondi comunitari del ciclo della programmazione in chiusura e quelli del nuovo ciclo 2021-2027 con misure specifiche dedicate a salvare i livelli occupativi. Un fondo da 300 milioni di euro consentirebbe di salvare almeno 30.000 posti di lavoro.

Se non bastassero 300 milioni se ne stanziassero 500 di milioni ed il resto delle risorse disponibili tutto utilizzato per azzerare il costo del lavoro e le tasse locali sulle imprese, addizionali comunali, regionali ed IRAP per favorire la ripresa, dopo la burrasca. Non si abbia timore di sacrificare i fondi comunitari disponibili. La posta in gioco è ben più alta delle misure che sarebbe ro sacrificate del FERS, FSE e PSR. Cominci la Sardegna a dare l’esempio anche alle altre Regioni meridionali. Ma ancora più tempestivo ed immediato per dare liquidità al tessuto produttivo sarebbe il ricorso alla moneta complementare.

Una proposta rivoluzionaria, che nella sua semplicità farebbe della Sardegna un caso di studio, una best practice internazionale, replicabile al livello nazionale ed anche europeo. A dispetto delle critiche superficiali ed incompetenti che circolano sulla moneta complementare, ed in Sardegna sul Sardex, sono solidi i fondamenti economici ed i casi di successo già sperimentati nel mondo che dimostrano gli impatti positivi sui sistemi locali e sulla tenuta dei sistemi produttivi locali proprio in situazioni di crisi e difetto di liquidità. Sono ormai numerose e prestigiose le pubblicazioni sul tema da parte di illustri accademici italiani ed internazionali, confortate anche dai dati positivi risultanti dall'analisi di esperienze in atto sia a livello internazionale che nazionale. A queste esperienze si aggiunge una eccellenza tutta sarda, il Circuito Sardex, che conta oggi circa 10.000 imprese nell'Isola, altri 12 circuiti in altrettante Regioni italiane, ed un giro d’affari di circa mezzo miliardo. Abbiamo la fortuna di avere in casa un circuito funzionante e collaudato e sarebbe irresponsabile non coinvolgerlo appieno in questo delicato momento per sostenere in modo aggiuntivo, complementare, i canali ordinari della liquidità, non per sostituirsi ad essi.

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