Il Paese appeso a Ciampolillo. Il senatore, grillino pentito, appare e scompare e con lui anche la democrazia ha una consistenza più labile. Per capire la validità del suo voto servirebbero la Var e un paio di arbitri attenti. Il premier supera la prova del Senato, ma la vittoria di Conte ha la solidità della nebbia. L’affanno del premier che raccatta senatori dai diversi schieramenti come spiccioli sulla strada è il simbolo della fatica di questo governo a restare in vita. Conte resta in sella, ma la sua maggioranza sembra evanescente, sorretta da uno schema visto altre volte. Il magma oscillante può assumere diversi nomi, dai “Responsabili” a “Costruttori”, a “Volenterosi”, ma non sembra dare solidità al governo. I 156 voti non garantiscono il varo di provvedimenti forti e coraggiosi. La gestione del tesoro del Recovery fund e dell’emergenza Covid richiedono la compattezza di una falange macedone. Il governo attuale rischia di andare sotto al Senato alla prima prova dell’aula. Se i 18 parlamentari di Italia viva voteranno contro anziché astenersi il governo non avrà i numeri per far passare i propri provvedimenti. Il voto del Senato sembra al contrario certificare che il premier è arrivato all’ultimo miglio.
Il voto forse sarebbe una scelta sconsiderata in un Paese messo in ginocchio dalla pandemia e che nelle prossime settimane deve portare a casa due risultati fondamentali. Il Recovery fund e l’avvio massiccio della campagna di vaccinazione. Ma l’azione di Renzi ha minato le fondamenta di questo governo. L’ex premier ha compiuto il delitto perfetto. Ha tolto la fiducia all’esecutivo, ma non ha dato la spallata finale. L’astensione al Senato è come una pistola poggiata sul tavolo, pronta a dare il colpo di grazia a quel che resta del governo. I suoi 18 senatori sono un macigno sui sogni di governo del premier. Il leader scelto dai 5 Stelle è passato dall’alleanza con la Lega, al Pd, a Mastella. Il Movimento è passato dal “uno vale uno” all’ “uno vale l’altro”.
Questi giorni non sono bastati per tessere la tela di una nuova maggioranza, Conte si è accontentato di qualche toppa per rammendare i buchi della coperta troppo corta che copre il governo. Un patchwork che mette insieme esseri mitologici come Lady Mastella e transfughi di ritorno come Tommaso Cerno, o l’ex segretaria di Berlusconi Mariarosaria Rossi. Solo per citarne alcuni. Difficile pensare a un governo solido. I prossimi giorni serviranno per capire come questa fragile barca si muoverà nel mare in tempesta della politica. Le opposizioni si sono già appellate al Colle. Ma a uscire distrutto dal colpo di mortaio sparato da Renzi sulla sua maggioranza rischia di essere un Paese in piena emergenza, che potrebbe non avere più un governo.
@LucaRojch