La Nuova Sardegna

Salute

La rivoluzione dei farmaci gratuiti

di Eugenia Tognotti
La rivoluzione dei farmaci gratuiti

La pillola concezionale e quella anti-HIV

25 aprile 2023
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Quello che le donne vogliono (vorrebbero) per una salute uguale per tutte. Un coro quasi unanime di apprezzamento ha salutato come una conquista due decisioni del comitato prezzi e rimborsi (Cpr) dell’Agenzia italiana del farmaco.

Rendere gratuita la pillola anticoncezionale per le donne italiane di tutte le fasce d’età; assicurare la profilassi pre-esposizione contro il virus dell’Hiv, la cosiddetta Prep, cioè la profilassi anti esposizione, consistente nell’assunzione di una combinazione di farmaci antiretrovirali, da parte di persone ad alto rischio, prima di una eventuale esposizione al contagio essenzialmente sessuale. Dato con solennità nel giorno in cui si celebrava la salute della donna, l’annuncio si presta a qualche riflessione. Niente da dire per quanto riguarda la pillola che consente di prevenire l’infezione da Hiv nei soggetti a rischio e che verrà distribuita attraverso gli ospedali con prescrizione da parte dell’infettivologo. Peserà per poche centinaia di migliaia di euro, a fronte dei vantaggi assicurati dalla prevenzione dell’infezione, che comporterebbe, si sa, livelli maggiori di spesa per gli antiretrovirali. Meglio prevenire che curare, è la regola aurea della Medicina. Meno chiaro – e più controverso – appare l’investimento dei 140 milioni annui necessari a rendere la contraccezione orale gratuita in tutta Italia (al momento è assicurata da alcune Regioni). La prima osservazione che s’impone è il perché di questa scelta dei tecnici dell’ente regolatorio, a fronte delle tante criticità emergenti nel post-Covid tra le donne socialmente ed economicamente svantaggiate che già subivano, prima dell’emergenza sanitaria, discriminazioni e disuguaglianze di salute. Non sarebbe stato opportuno destinare una parte della spesa a contrastare le malattie prevenibili come ipertensione e diabete? Rientrano in un ambito diverso, e richiederebbero un lungo discorso, medico-scientifico e sociale, le considerazioni suggerite dalla “certificazione” che l’Aifa sembra applicare alla concessione della gratuità della pillola: tocca alle donne portare per intero il peso della responsabilità della contraccezione. È un dato di fatto carico di connessioni. Se la ricerca ha fornito la prova che la contraccezione ormonale maschile può essere un mezzo sicuro ed efficace di controllo delle nascite, la scarsa appetibilità del mercato potenziale non ha spinto certo l’industria farmaceutica ad attivarsi in quest’area della farmacologia clinica.

Detto questo, s’impone una considerazione generale che riguarda "il messaggio”. La pillola non è un farmaco qualsiasi. Sia detto senza nulla togliere ai “meriti” della pillola anticoncezionale, un mezzo semplice, sicuro ed efficace per raggiungere la libertà riproduttiva. Introdotta tra gli anni Cinquanta e gli anni Sessanta, ha rappresentato uno dei progressi socialmente più significativi della medicina moderna, con un impatto importante sull’immaginario collettivo e su vari aspetti della vita sociale, tra cui la salute delle donne, le tendenze della fertilità, le leggi e le politiche, la religione, i ruoli familiari, il femminismo e le relazioni di genere.

Lungo i decenni, anche i problemi di sicurezza collegati alle formulazioni, con la continua evoluzione degli ormoni e delle dosi, sono stati risolti, portando a un contraccettivo orale notevolmente migliorato e sicuro. A cui, si può aggiungere, sono anche associati benefici per la salute che includono la protezione contro malattie gravi, compresi i tumori ovarici ed endometriali. Senza dimenticare, però, le controindicazioni che devono essere valutate dal medico. Cosa che avrebbe consigliato una maggiore attenzione alle implicazioni di quella decisione (che sembra un po’ esagerato definire di “portata storica”) e al messaggio da trasmettere alle più giovani. Suggerendo anche, forse, la necessità di una campagna informativa e formativa sulla “sessualità responsabile”, oltre che un’implementazione di consultori e di ambulatori pubblici di pianificazione familiare.

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