Civiltà dell’immagine

Oppenheimer e la vera atomica nell’era social

di Matteo Porru
Oppenheimer e la vera atomica nell’era social

Un qualsiasi evento avverso diventa estetico appena la sensibilità della popolazione inizia a diminuire

06 settembre 2023
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Fino a qualche mese fa, la bomba atomica era la temutissima minaccia russa che la geopolitica mondiale cercava di disinnescare nella fase più critica del conflitto contro l’Ucraina. Oggi è il tema di uno dei film più attesi degli ultimi anni, Oppenheimer, che potrebbe chiudere i box office con un guadagno stimato oltre il miliardo di dollari. Una cosa del genere poteva accadere solo in un mondo pazzo come il nostro, e infatti è accaduta.

È l’ennesima conferma dell’esistenza della quarta legge della dinamica: un qualsiasi evento avverso diventa estetico appena la sensibilità della popolazione inizia a diminuire. Una sorta di certezza. Ci sono così tanti esempi che possiamo scegliere se farli in ordine cronologico o alfabetico. Scegliamo quello cronologico. La pandemia del Covid-19, l’inferno in terra che abbiamo attraversato con mille peripezie e difficoltà, resta soltanto nelle mascherine vendute nei supermercati a prezzi contenutissimi – se le indossa qualcuno, in qualunque luogo aperto o chiuso, viene guardato con una diffidenza evidentissima, quasi violenta -. Per ogni tremendo femminicidio ci mettiamo le scarpe rosse ma ci stupiamo sempre meno delle denunce, dei divieti di avvicinamento ignorati, delle richieste di aiuto o dei silenzi di allerta – e la cronaca nera non ci impressiona più tanto -. Ad Auschwitz sono in vendita i souvenir ufficiali del campo di concentramento, e c’è chi li compra. È proprio per la quarta legge della dinamica che abbiamo istituito giornate mondiali per qualunque avvenimento o anniversario. È questa la legge che ha prodotto le tendenze e ha reso transitori molti temi sociali.

Viviamo nella società dell’immagine da tempo, ma la tendenza a rendere tutto estetico ormai è diventata un automatismo malato: non vale più esserci, e nemmeno apparire. Vale solo ridurre, estrarre il minimo e mai più del minimo. Abbiamo perso l’integrità delle questioni importanti e di quelle minori. Comprendiamo molto meno la complessità di quello che viviamo, e ci sta bene così. Vediamo la realtà in due dimensioni. Invidiamo la linearità ma ogni linea, se vista con profondità, è una crepa. È questa la vera bomba atomica del nostro tempo. E la cosa peggiore è che è già esplosa.

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