La Nuova Sardegna

Oristano

Il cigno nero australiano banchetta con i fenicotteri

di Claudio Zoccheddu
Il cigno nero australiano banchetta con i fenicotteri

L’esemplare avvistato da un agricoltore nel compendio lagunare di Cabras. L’esperto: «C’è da qualche giorno, forse spinto dal maestrale , si trova bene»

08 giugno 2012
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CABRAS. Un avvistamento eccezionale, un animale stupendo. Il cigno nero che ha scelto una delle lagune di Cabras per trascorrere l’estate non è riuscito a passare inosservato. Quella macchia nera in mezzo ai fenicotteri rosa è saltata all’occhio di un agricoltore che coltiva i campi affacciati sulla laguna: «C’è da parecchio tempo, è arrivato con i fenicotteri e pare si trovi molto bene», dice Alessandro Meli.

In effetti, l’animale esotico (almeno per queste latitudini) solca le acque della laguna con la grazia e l’eleganza tipiche della sua specie e, a quanto pare, certo non fatica a procacciarsi le giuste quantità di cibo. Nei giorni scorsi, forse spinto dal maestrale, il cigno nero banchettava a pochi metri dalla riva senza manifestare nessuna attenzione nei confronti dei curiosi che lo ammiravano a bocca aperta.

Uno stupore comprensibile considerato che l’animale è originario del continente australiano ed è stato importato in Inghilterra nel 1697 dall’esploratore Willem de Vlamingh reduce dalla spedizione nel fiume Swan, un corso d’acqua che solca l’Australia occidentale. Il cigno ha fatto sobbalzare anche il presidente del raggruppamento degli ornitologi sardi: «Coltivo da più di trent’anni questa passione - ha detto Gianfranco Manunza -, ma non mi è mai capitato di ammirare dal vivo e in Sardegna un animale di questo tipo».

Lo spettacolo, dunque, è riservato agli appassionati che conoscono le lagune cabraresi a menadito, scorci di una natura meravigliosa ma dimenticata dalle istituzioni. Quando si parla dello stagno di Mar’e Pontis il pensiero dei più corre verso i muggini e la bottarga, per la verità rari quasi quanto il cigno nero ma non così aggraziati. Insomma, stagno vuol dire pesca, per lo meno per quanto riguarda l’immaginario collettivo.

Le straordinarie bellezze naturali custodite dalle zone umide del Sinis sono trascurate, per usare un eufemismo. Eppure, si tratta di scorci mozzafiato che regalano emozioni e cartoline romantiche come quella del cigno nero che vive quasi in simbiosi con i fenicotteri rosa.

Non il brutto anatroccolo di Andersen ma una meraviglia che sembra appartenere al Lago dei cigni messo in musica da Tchaikovsky. Tutto bello ma, per pochi. Meraviglie della natura scarsamente fruibili a causa dell’abbandono che ha portato alla distruzione delle strutture che sino a qualche anno fa consentivano il bird-watching e l’immersione in un ambiente incantato degno dei migliori documentari naturalistici.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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