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Lottizzazione a Is Arenas, il pm chiede tre condanne

di Enrico Carta
Lottizzazione a Is Arenas, il pm chiede tre condanne

NARBOLIA. Residenze per i turisti, trasformate in case per le vacanze dei proprietari del Resort di Is Arenas. Il pubblico ministero Armando Mammone non ha dubbi sul fatto che questo sia avvenuto e...

26 giugno 2014
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NARBOLIA. Residenze per i turisti, trasformate in case per le vacanze dei proprietari del Resort di Is Arenas. Il pubblico ministero Armando Mammone non ha dubbi sul fatto che questo sia avvenuto e così ha chiesto la condanna a nove mesi dei proprietari. A processo con rito abbreviato ci sono Giovanni Bellucci, Germano Sereni e Mauro Fontana – il costruttore Guido Dorascenzi affronterà il processo con rito ordinario e la sua posizione era stata stralciata precedentemente –, i quali sono accusati di lottizzazione abusiva. Accusa che anche ieri gli avvocati difensori Enrico Meloni e Daniela Meloni hanno provato a respingere, in attesa della decisione del giudice monocratico Riccardo Ariu che sarà presa il 15 ottobre.

Per quella data le controparti sono chiamate alle repliche, intanto ieri hanno esposto i loro punti di vista assai differenti. Tutto era nato da un controllo della guardia forestale che aveva segnalato poi le presunte anomalie alla procura della Repubblica. Tre abitazioni che facevano da corollario all’albergo di lusso e che avrebbero dovuto ospitare turisti sarebbero invece diventate le residenze dei proprietari del resort. E in più, rispetto al progetto, si sarebbero moltiplicate, ma tutt’altro che in maniera miracolosa. Dei lavori avrebbero frazionato le villette che così sarebbero diventate sei. A due passi dal mare e con una destinazione d’uso per finalità turistiche sarebbe un ottimo affare. Solo che la trasformazione in residenze private non era contemplata.

Gli avvocati difensori e i proprietari del resort hanno però un’idea diversa rispetto a quella della procura, alla quale hanno consegnato per intero la documentazione. La costruzione delle villette era prevista dal progetto e il cambio di destinazione d’uso non sarebbe mai avvenuto. La presenza dei proprietari nelle case era facilmente giustificabile proprio col fatto che come tutti i proprietari vi avevano libero accesso. Il 15 ottobre si capirà chi ha ragione.

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