La Nuova Sardegna

Oristano

Oristano: caldo e siccità nemici ma il vino sarà eccellente

di Michela Cuccu
Oristano: caldo e siccità nemici ma il vino sarà eccellente

I produttori: «Vernaccia e Nieddera saranno super, di qualità sorprendente» Grande attesa per i rossi, considerati i più “resistenti” nelle stagioni afose

14 agosto 2017
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ORISTANO. Sarà una vendemmia anticipata, con tutte le conseguenze di un’annata siccitosa e delle temperature africane. Eppure i risultati si annunciano straordinari. «Avremo sicuramente un vino più salubre», spiegano gli enologi di alcune delle cantine più importanti della provincia. Eppure non si è davanti alla classica interpretazione che potrebbe essere interpretata con il vedere il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. Paradossalmente, malgrado i problemi di un’estate dalle temperature eccessive, nei vigneti i trattamenti fitoparassitari non sono stati necessari. Il caldo secco non ha favorito attacchi parassitari: come dire, vigneti assetati ma sani e dunque, per usare le parole di Piero Cella, enologo delle Cantine Contini: «Il vino sardo quest’anno avrà molta meno chimica e sarà realmente buono per natura, insomma, migliore».

Tutto questo però non può certo nascondere le enormi difficoltà che i viticoltori stanno affrontando a causa del clima anomalo, dalle gelate primaverili alla successiva mancanza di piogge e al caldo eccezionale. Il calo della quantità di uva prodotta varia da zona a zona e si passa «da picchi anche del 50 per cento fino ad assestarsi fra il 20 e il 30 per cento rispetto ai raccolti degli anni passati», spiega Davide Orro, che nell’azienda di famiglia, osserva con apprensione gli effetti di un clima che sembra impazzito. Ma aggiunge: «In realtà è ormai da tre vendemmie che ci dobbiamo organizzare per far fronte ai cambiamenti climatici».

Organizzazione che ha dunque un nome: vendemmia anticipata. «Anticipare il raccolto è indispensabile in caso di maturazione accelerata delle uve», spiega Roberto Puggioni, enologo della Cantina sociale della Vernaccia: «Si partirà dalle uve bianche, più delicate mentre per il vernaccia, che come tutti i vitigni autoctoni mostra un adattamento superiore alle avversità di questo tipo, la vendemmia sarà nei soliti tempi».

Vernaccia che dunque, è quasi un gigante, adatta ai climi siccitosi e a terreni raramente irrigati, in un’annata così strana, è capace di tener testa anche nei momenti più difficili. Diverso il discorso per uve come il vermentino che saranno raccolte con largo anticipo. «Pensiamo di iniziare subito dopo Ferragosto», conferma Piero Cella.

Difficile prevedere ora quale sarà il vino migliore. I tecnici delle Cantine, che negli anni hanno affinato le tecniche colturali e di vinificazione, quotidianamente fanno sopralluoghi in campagna per accertare l’andamento della maturazione e approntare il programma di raccolta e trasformazione. «Penso che i vini migliori saranno gli autoctoni anche se è presto per dirlo», spiega l’enologo della Cantina di Oristano, Roberto Puggioni. «Vernaccia e Nieddera saranno super», prevede Piero Cella delle Cantine Contini. Anche secondo Davide Orro «La Vernaccia e i grandi classici del territorio sorprenderanno per qualità». Alla Cantina sociale di Mogoro, dove la vendemmia partirà ai primi di settembre, le aspettative sono buone: «Almeno nella nostra zona il calo della produzione è stato contenuto e la qualità non ha subito problemi. Certo, nelle zone non irrigate la sofferenza c’è stata, ma se consideriamo che si tratta di impianti robusti, sappiamo anche che l’uva è di ottima qualità. Ci aspettiamo grandi cose soprattutto dai vini rossi, qui i più resistenti».
 

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