Già bocciate via Ghilarza e il Sacro Cuore
Inizialmente si era pensato a dare una sistemazione diversa alle famiglie rom di via Rockefeller
30 agosto 2018
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ORISTANO. L’idea iniziale per cui fu richiesto il finanziamento venne alla precedente amministrazione. Si era ipotizzato di cancellare la situazione di degrado in via Rockefeller, di fianco all’ospedale, dove da una ventina d’anni alloggiano alcune famiglie rom. Si pensò a un’area comunale di via Ghilarza in cui installare gli alloggi e spostare le famiglie, ma il tempo della giunta Tendas terminò prima che arrivassero i giorni della decisione a cui ora è chiamata la nuova amministrazione.
Cambiate le persone alla guida del Comune, sono cambiate anche le ipotesi sul tavolo. Intanto è sparita l’opzione che quelle unità abitative siano da destinare alle famiglie rom di via Rockefeller e si parla genericamente di persone in difficoltà economica alle prese anche con il problema della casa. A tramontare altrettanto in fretta fu l’ipotesi dei terreni dietro via Ghilarza. Si pensò a via Laconi, ma la giunta Lutzu si fermò davanti a un volantino quanto mai esplicito di una serie di residenti della via e più genericamente del quartiere del Sacro Cuore: qualche riga d’inchiostro per dire che lì le casette in legno non erano gradite. Questioni di parcheggio, di spazi e qualche malpensante ipotizzò anche il fatto che i poveri non fossero bene accetti da quelle parti.
Adesso la nuova frontiera pare essere quella di Torangius. L’area mercatale Smart non è mai decollata e su quell’asfalto che avrebbe dovuto ospitare box di frutta e verdura si pensa di installare le casette. Piacerà la scelta o si andrà incontro a una nuova protesta di quartiere? Le altre due ipotesi sembrano, almeno stando alle parole del capogruppo di FI Luigi Mureddu, più sullo sfondo. Nel prolungamento di viale Repubblica c’è chi ha già utilizzato il metodo fai da te con uno spiazzo riempito dalle ruolotte di chi la casa non ha. Infine l’ipotesi della zona vicina al centro commerciale Porta Nuova è ancora meno in voga tra la maggioranza. (e.carta)
Cambiate le persone alla guida del Comune, sono cambiate anche le ipotesi sul tavolo. Intanto è sparita l’opzione che quelle unità abitative siano da destinare alle famiglie rom di via Rockefeller e si parla genericamente di persone in difficoltà economica alle prese anche con il problema della casa. A tramontare altrettanto in fretta fu l’ipotesi dei terreni dietro via Ghilarza. Si pensò a via Laconi, ma la giunta Lutzu si fermò davanti a un volantino quanto mai esplicito di una serie di residenti della via e più genericamente del quartiere del Sacro Cuore: qualche riga d’inchiostro per dire che lì le casette in legno non erano gradite. Questioni di parcheggio, di spazi e qualche malpensante ipotizzò anche il fatto che i poveri non fossero bene accetti da quelle parti.
Adesso la nuova frontiera pare essere quella di Torangius. L’area mercatale Smart non è mai decollata e su quell’asfalto che avrebbe dovuto ospitare box di frutta e verdura si pensa di installare le casette. Piacerà la scelta o si andrà incontro a una nuova protesta di quartiere? Le altre due ipotesi sembrano, almeno stando alle parole del capogruppo di FI Luigi Mureddu, più sullo sfondo. Nel prolungamento di viale Repubblica c’è chi ha già utilizzato il metodo fai da te con uno spiazzo riempito dalle ruolotte di chi la casa non ha. Infine l’ipotesi della zona vicina al centro commerciale Porta Nuova è ancora meno in voga tra la maggioranza. (e.carta)