La Nuova Sardegna

Oristano

Case per i poveri: no della commissione all’ipotesi Torangius

di Enrico Carta
Case per i poveri: no della commissione all’ipotesi Torangius

Dall’opposizione arriva la proposta accolta da tutti di installarle in vari quartieri per evitare la ghettizzazione

31 agosto 2018
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ORISTANO. Marcia indietro prima ancora di esser partiti. La maggioranza si ferma, ragiona assieme all’opposizione e l’ipotesi di installare a Torangius le quattro casette per affrontare i casi di emergenza abitativa tramonta sul nascere. La riunione della commissione ai Servizi sociali ha avuto l’esito di mettere immediatamente in chiaro che la strada di impegnare gli spazi dell’area mercatale Smart non è percorribile.

Valutando i pro e i contro, l’intera commissione, affiancata dall’assessore ai Servizi Sociali Francesco Pinna, ha deciso nel breve volgere di una riunione che è meglio studiare altre soluzioni per affrontare il problema casa. Da subito i consiglieri di minoranza Maria Obinu e Peppi Puddu hanno imposto la loro linea di pensiero bocciando l’ipotesi di sistemare i moduli abitativi all’interno dell’area Smart di Torangius in un quartiere che lentamente, dopo le assurde politiche urbanistiche degli anni ’70 e ’80, sta trovando una dimensione di vivibilità. L’assessore Francesco Pinna ha proposto che fosse la commissione a scegliere direttamente il luogo in cui installare le casette, ma i consiglieri che la compongono hanno stoppato subito questa idea.

A decidere sarà quindi la giunta che però in questi mesi ha già fatto diversi passi indietro e ha tentennato forse spaventata dalle conseguenze (elettorali) di una scelta simile perché le pressioni non sono mancate come ha dimostrato il caso del volantino e della mini rivolta di via Laconi, area individuata nei mesi scorsi per ospitare i moduli abitativi dopo che era tramontata quella originaria di via Ghilarza per i costi eccessivi delle opere di urbanizzazione.

E allora che si fa? È stato Peppi Puddu a rilanciare proponendo di collocare i moduli abitativi non in un unico quartiere o, peggio, in un’unica area, ma trovando più spazi. «L’idea – ha spiegato il consigliere dell’Udc – è quella di evitare la ghettizzazione delle famiglie che dovessero avere bisogno delle case nel momento in cui si trovano in emergenza. Installarle in zone diverse e lontane consente maggiore integrazione, garantisce più dignità e permette anche di evitare casi estremi che possano sfociare in problemi di sicurezza».

La possibilità di usare l’area Smart di Torangius ha incontrato il no deciso anche di Maria Obinu (Pd) che ha rincarato la dose: «La sensazione è che si stia cercando di non disturbare con la presenza di persone in difficoltà economiche delle precise zone della città dove ci sono famiglie politicamente influenti, che hanno evidentemente un peso sulle decisioni della giunta. Certamente l’ipotesi Torangius è da accantonare perché quella è un’area che serve al rilancio del quartiere e ha tutt’altri fini».

Raccolti questi primi pareri, l’intera commissione ha schiacciato il pedale del freno. La contrarietà all’ipotesi Torangius è stata espressa anche da Monica Masia (Capitale Oristano) e sin qui nulla di troppo insolito visto che si tratta di un’altra consigliera di opposizione. Con la minoranza si sono però allineati anche i consiglieri di maggioranza Marina Canoppia (Forza Italia), Giulia Solinas (Fortza Paris) e il presidente Antonio Iatalese (Forza Italia). E non ultimo l’assessore Pinna.

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