Il doppio binario del Gal «Le spese erano legittime»
di Enrico Carta
Il processo per le spese contestate al Gruppo di azione locale “Terre Shardana” L’ex direttore: «I fondi pubblici erano vincolati e le consulenze erano giustificate»
27 novembre 2019
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ORISTANO. Dopo l’attesa silenziosa, durata numerose udienze, arriva il momento delle deposizioni degli imputati, in particolare di uno. È così che le accuse stavolta non trovano spazio e che le versioni cambiano rispetto a quanto sentito nella maggior parte delle altre udienze al processo per le spese “allegre” del Gal Mbs poi diventato Terre Shardana. Sotto accusa per peculato ci sono l’ex presidente Antonello Solinas, sua moglie Monica Deias, i consulenti Valentino Brunzu e Tiziana Tirelli e l’ex direttore Maurizio Cucchiara. È quest’ultimo a rispondere alle domande del pubblico ministero Andrea Chelo, degli avvocati di parte civile Andrea Deidda e Romina Marongiu, e degli avvocati difensori Luisella Pani, Veronica Dongiovanni, Katia Ledda, Riccardo Crovi, Debora Urru e Mario Gusi.
La versione dell’ex direttore è completamente diversa da quella della procura e della polizia giudiziaria. Risponde alle domande e parla a lungo, spiega come funzionasse la gestione economica del Gal e chiarisce perché furono pagate, tra le altre, anche certe consulenze che ora sono finite tra i capi d’imputazione. Maurizio Cucchiara ha chiarito che il Gruppo di azione locale aveva quale obiettivo quello della promozione del territorio e che, per arrivare all’obiettivo senza dover sottostare ai tempi e alle attese infinite per l’approvazione di nuovi finanziamenti, si era deciso di creare un doppio binario di lavoro.
Il primo rispondeva in tutto e per tutto alla Regione e ogni soldo che passava attraverso quel canale era già precedentemente autorizzato e quindi vincolato. Il secondo era gestito in assenza di soldi pubblici e quindi anche l’attività era molto similare a quella imprenditoriale. In questo caso non c’era bisogno di giustificare incarichi e consulenze, con le ditte o i singoli professionisti ai quali rivolgersi che venivano scelti in base a elenchi e professionalità, ma a discrezione della struttura amministrativa. Peraltro, come ha dichiarato lo stesso Maurizio Cucchiara, questa parte dell’attività aveva fatto registrare negli anni ottimi risultati coi bilanci sempre in attivo e accantonamenti pronti nel caso in cui la Regione avesse ridotto i finanziamenti per la parte che le spettava.
Durante l’interrogatorio ha poi chiarito che i lavori e le consulenze pagati a Tiziana Tirelli e a Valentino Brunzu furono effettivamente portati a termine e riguardarono lavori con la Provincia, come la creazione del Sistema turistico locale, o altri lavori con i Comuni. La vera stoccata è stata destinata a Salvatore Polo, direttore tecnico negli anni su cui il processo cerca di fare luce: «Fu lui a inserire in rendicontazione spese non ammissibili, esponendo il Gal a penali pesantissime».
La versione dell’ex direttore è completamente diversa da quella della procura e della polizia giudiziaria. Risponde alle domande e parla a lungo, spiega come funzionasse la gestione economica del Gal e chiarisce perché furono pagate, tra le altre, anche certe consulenze che ora sono finite tra i capi d’imputazione. Maurizio Cucchiara ha chiarito che il Gruppo di azione locale aveva quale obiettivo quello della promozione del territorio e che, per arrivare all’obiettivo senza dover sottostare ai tempi e alle attese infinite per l’approvazione di nuovi finanziamenti, si era deciso di creare un doppio binario di lavoro.
Il primo rispondeva in tutto e per tutto alla Regione e ogni soldo che passava attraverso quel canale era già precedentemente autorizzato e quindi vincolato. Il secondo era gestito in assenza di soldi pubblici e quindi anche l’attività era molto similare a quella imprenditoriale. In questo caso non c’era bisogno di giustificare incarichi e consulenze, con le ditte o i singoli professionisti ai quali rivolgersi che venivano scelti in base a elenchi e professionalità, ma a discrezione della struttura amministrativa. Peraltro, come ha dichiarato lo stesso Maurizio Cucchiara, questa parte dell’attività aveva fatto registrare negli anni ottimi risultati coi bilanci sempre in attivo e accantonamenti pronti nel caso in cui la Regione avesse ridotto i finanziamenti per la parte che le spettava.
Durante l’interrogatorio ha poi chiarito che i lavori e le consulenze pagati a Tiziana Tirelli e a Valentino Brunzu furono effettivamente portati a termine e riguardarono lavori con la Provincia, come la creazione del Sistema turistico locale, o altri lavori con i Comuni. La vera stoccata è stata destinata a Salvatore Polo, direttore tecnico negli anni su cui il processo cerca di fare luce: «Fu lui a inserire in rendicontazione spese non ammissibili, esponendo il Gal a penali pesantissime».