La Nuova Sardegna

Oristano

Due anni per la solidarietà e l’Inps di Oristano finisce sotto accusa

Due anni per la solidarietà e l’Inps di Oristano finisce sotto accusa

La rabbia di dieci ex dipendenti di una impresa di pulizie della Provincia: «Devono darci somme esigue, ma a noi servono. Abbiamo scritto anche a Roma»

13 dicembre 2019
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ORISTANO. Le dieci lavoratrici della Fulgens, l’impresa cagliaritana che gestiva l’appalto delle pulizie della Provincia fino al 2016, da due anni attendono di ricevere i soldi del FIS (fondo di solidarietà) per il 2017. Un’attesa logorante e insostenibile per le ex dipendenti della ditta, che aggiunge altri problemi a quelli che diverse lavoratrici hanno già. «Tra noi ci persone con mutui da pagare, figli piccoli da mantenere e anche qualcuna con problemi di salute molto seri da fronteggiare – dicono le dirette interessate – e sembra che questo non interessi nessuno». I soldi da prendere, in considerazione del numero esiguo di ore effettuate dalle addette alle pulizie (6 settimanali) non sono tanti (poco più di 2.500 euro a testa), ma sono comunque importanti per chi deve fronteggiare le innumerevoli spese che ci sono in una famiglia. I responsabili dell’impresa, contattati dalle stesse lavoratrici e dal loro avvocato, rispondono di aver inviato la documentazione prevista, necessaria per l’ottenimento del FIS, all’Inps di Oristano e che pertanto la ditta ha assolto a quanto di propria competenza.

«Adesso le risposte le deve dare l’Inps – hanno detto – noi abbiamo fatto quanto dovevamo nei tempi previsti». Quelle risposte le lavoratrici le hanno sentite più di una volta, ma fino ad ora nulla si è mosso sul fronte dei pagamenti di quanto avrebbero dovuto percepire. «Qualche giorno fa – proseguono – abbiamo perfino inviato una lettera all’Inps di Roma: adesso attendiamo di sapere che fine hanno fatto le nostre pratiche e a chi spetta sbloccare questa incresciosa situazione». Le ex dipendenti della Fulgens, con il contratto andato in scadenza, sono state a lungo in predicato di perdere il lavoro poi però sono state riassorbite dalla LGA, la nuova impresa vincitrice dell’appalto. Ma il numero delle ore settimanali concesse dal contratto, sono rimaste mediamente 6. «Non guadagniamo certo cifre astronomiche – concludono – ma pur di lavorare ci accontentiamo anche delle poche ore che facciamo. Chi ha spese da sostenere e conti da pagare, necessita anche di quel poco che riesce a guadagnare. Confidiamo che chi deve risolvere il nostro problema, lo faccia prima possibile».

Piero Marongiu
 

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