La Nuova Sardegna

Oristano

L’impegno di Donna Eleonora

di Michela Cuccu

Lo scorso anno oltre cento accessi al centro antiviolenza che opera a Oristano

11 gennaio 2020
2 MINUTI DI LETTURA





ORISTANO. Sono 218 le donne vittime di violenza seguite dal centro “Donna Eleonora”. Un nuomero importante se si condidera che nel corso del 219 sono stati 111 i nuovi accessi, 30 le segnalazioni di casi di violenza da parte di altri servizi ma anche di parenti, familiari e amici che hanno fatto il cosiddetto “primo passo”, cioè sono stati loro a segnalare alla struttura i casi, mentre 77 sono i casi seguiti dal 2018. Sono invece 13 le donne accolte nella casa rifugio , con loro anche 5 minori. Dati importanti che dimostrano come nel tempo, il centro antiviolenza che fa capo al plus ed è gestito dall’associazione “Prospettiva donna”, onlus nata a Olbia alcuni anni fa, sia diventato un punto di riferimento fondamentale. «Siamo inseriti all’interno di una rete che vede le diverse istituzioni, forze dell’ordine, ospedali, servizi sociali, collaborare in perfetta sintonia», dicono le operatrici della struttura, guidata dalla direttrice, Patrizia Desole. Dice Carmen Murru, assessora ai Servizi sociali del Comune: «Le donne sicuramente hanno più coraggio di denunciare ma soprattutto, si sentono più protette ed hanno fiducia in questo servizio. Probabilmente – aggiunge – questo è il risultato del lavoro fatto dallo sportello ma anche della campagna di sensibilizzazione sui temi della violenza di genere che a Oristano mandiamo avanti da anni. Far emergere il problema, stimolare l’opinione pubblica e far sapere che la violenza si può fermare, da sempre è stato l’obiettivo delle strategie che come Comune e Plus mandiamo avanti con iniziative che si svolgono nell’arco di tutto l’anno». L’assessora spiega come oggi le donne dispongano di molti più strumenti rispetto al passato: «ad esempio, le ospiti della casa rifiugio usufruiscono anche del “reddito di libertà” erogato dalla Regione e che le rende meno vulnerabili, soprattutto perché quasi sempre, le donne che scappano da un compagno violento sono anche prive di risorse economiche». Al Centro antiviolenza, che funziona attraverso un finanziamento regionale, non si rivolgono soltranto donne di Oristano e del circondario. Ormai da tempo, infatti, tutte le strutture analoghe che operano in Sardegna collaborano assieme e non è raro che una donna, anche per motivi di tutela della privacy, pur residente in un comune molto lontano, scelga di rivolgersi a Oristano e viceversa.

Incarichi vacanti

Sanità nel baratro: nell’isola mancano 544 medici di famiglia

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative