Trivelle, nessun buco nell’acqua calda
Fordongianus, non è andata a buon fine la prima indagine nel sottosuolo
19 gennaio 2020
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FORDONGIANUS. Nessuna falda a quota meno ottanta metri. Le ricerche dell’acqua termale in corrispondenza dell’area scolastica non hanno dato esiti di rilievo e, salvo impedimenti legati al maltempo, riprenderanno domani da un altro punto del paese. Intanto nei giorni scorsi, una volta raggiunti i sessanta metri di profondità gli esperti hanno deciso di continuare a scavare al massimo per altri venti, dopodiché hanno ritenuto più opportuno interrompere le trivellazioni e andare a indagare nell’area sottostante la sede della guardia medica.
La struttura sanitaria è il secondo dei quattro siti in cui sono stati previsti i test. A spingere i geologi a cambiare obiettivo è stato il calcolo delle probabilità; la possibilità, cioè, che la faglia in cui si trova la vena d’acqua calda non sia così estesa da comprendere anche la porzione del centro abitato in cui è ubicata la scuola dell’infanzia. L’ipotesi, che potrà essere confermata o scartata solo con un nuovo foro spia, è invece che la faglia si estenda in direzione dell’ambulatorio medico, che dei quattro individuati è il punto più in asse con la fonte termale situata a valle. Le ultime due opzioni sono rappresentate dall’area attigua alla caserma dei carabinieri e dalla zona confinante con le rovine dell'anfiteatro romano.
Il risultato dell’indagine sul campo è un’incognita, ma senza la conoscenza del sottosuolo l’ente locale non potrebbe andare avanti con l’iter avviato per ottenere una concessione mineraria propria. Allo stato attuale è Sardara l’unico dei Comuni termali sardi ad averne una pubblica, e a Fordongianus la speranza è di raggiungere lo stesso risultato già in questa prima tornata di scavi, fase che ha richiesto cinque anni di studi preliminari e di procedure di autorizzazione.
Maria Antonietta Cossu
La struttura sanitaria è il secondo dei quattro siti in cui sono stati previsti i test. A spingere i geologi a cambiare obiettivo è stato il calcolo delle probabilità; la possibilità, cioè, che la faglia in cui si trova la vena d’acqua calda non sia così estesa da comprendere anche la porzione del centro abitato in cui è ubicata la scuola dell’infanzia. L’ipotesi, che potrà essere confermata o scartata solo con un nuovo foro spia, è invece che la faglia si estenda in direzione dell’ambulatorio medico, che dei quattro individuati è il punto più in asse con la fonte termale situata a valle. Le ultime due opzioni sono rappresentate dall’area attigua alla caserma dei carabinieri e dalla zona confinante con le rovine dell'anfiteatro romano.
Il risultato dell’indagine sul campo è un’incognita, ma senza la conoscenza del sottosuolo l’ente locale non potrebbe andare avanti con l’iter avviato per ottenere una concessione mineraria propria. Allo stato attuale è Sardara l’unico dei Comuni termali sardi ad averne una pubblica, e a Fordongianus la speranza è di raggiungere lo stesso risultato già in questa prima tornata di scavi, fase che ha richiesto cinque anni di studi preliminari e di procedure di autorizzazione.
Maria Antonietta Cossu
