La Nuova Sardegna

Oristano

La Marmilla e 15 milioni fantasma

di Michela Cuccu
La Marmilla e 15 milioni fantasma

Interrogazione di Cera: «Da tre anni il territorio attende i finanziamenti del fondo per le aree interne»

21 gennaio 2020
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ALES. Che fine hanno fatto i fondi del Programma Snai per la Marmilla? A chiederlo è il consigliere regionale di Forza Italia, Emanuele Cera, che ha presentato un’interrogazione al presidente della giunta, Christian Solinas, per capire che ne sia stato di quell’accordo che doveva se non risolvere, almeno rallentare il processo di spopolamento di quella che è considerata una delle zone più povere della Sardegna e dell’Unione Europea. «Cinque anni fa – spiega Cera – l’Alta Marmilla si era impegnata con programmazioni di sviluppo locale e pianificazioni ad attivarsi per spendere quelle risorse che non sono mai arrivate. Nel frattempo, la precedente amministrazione regionale, ha varato la Programmazione territoriale per il resto della Sardegna, escludendo però l’Alta Marmilla e il Mandolisai in quanto, beneficiari dello Snai. Insomma: una beffa».

L’interrogazione servirà per capire l’entità del problema provocato dai ritardi nell’attuazione della Strategia per le aree interne varata da Stato e Regione che, almeno sulla carta, avevano unito le forze per quella che doveva essere un modello contro lo spopolamento: nella sola Alta Marmilla, scelta come area pilota dovevano arrivare 15 milioni, suddivisi tra fondi europei, nazionali e regionali per l’istruzione, la salute, l’accessibilità, la coesione e la competitività, per garantire la qualità della vita delle persone e puntare su uno sviluppo che partendo dalle vocazioni locali riesca a creare lavoro. Le premesse, all’atto della firma dell’accordo fra i sindaci di quasi venti Comuni e l’allora presidente della giunta regionale Francesco Pigliaru e il suo vice Raffaele Paci, erano che si sarebbe dovuto agire concretamente su agricoltura, trasporti, turismo e con un accento particolare sulla scuola.

L’Alta Marmilla aveva previsto di attivare processi innovativi nel sistema produttivo locale, in particolare per quanto riguarda il settore principale ossia quello agricolo e zootecnico. Per l’istruzione erano previsti circa un milione e mezzo destinati a migliorare l’offerta formativa dell’istituto comprensivo e dell’istituto superiore di Ales, del sistema formativo per gli adulti. Agli interventi infrastrutturali per gli edifici che ospitano le scuole dell’obbligo di Ales e Usellus erano destinati ulteriori finanziamenti per sei milioni e mezzo.

Sulla sanità erano previsti, 3,8 milioni di euro per la realizzazione di una struttura socio sanitaria intermedia, per un centro di riferimento per i disturbi del comportamento alimentare e per la sperimentazione di servizi di telemedicina. Per la sperimentazione di un sistema di trasporto pubblico locale quasi un milione. Per lo sviluppo locale 800mila euro di aiuti alle imprese, quasi 500mila per le terre civiche, 400mila per l’innovazione rurale, 200mila per l’agricoltura, 250mila per la valorizzazione degli attrattori culturali, circa 200mila per la rete commerciale delle produzioni di qualità. Eppure di quella delibera della giunta regionale, datata 25 luglio 2017, nessuno ha visto un centesimo. Da qui l’intervento di Emanuele Cera che si spera serva a sbloccare la situazione.

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