La Nuova Sardegna

Oristano

Oncoematologia a Oristano addio: per la Regione è illegale

Michela Cuccu
Oncoematologia a Oristano addio: per la Regione è illegale

Il direttore generale dell’assessorato nega l’autorizzazione all'ospedale San Martino: «È solo un ambulatorio, se si apre va cambiata la norma sui posti letto regionali»

16 febbraio 2020
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ORISTANO. La conferma è arrivata dal direttore generale dell’assessorato regionale alla Sanità, Marcello Tidore: l’ospedale San Martino non ha le autorizzazioni per prescrivere e infondere farmaci innovativi per la cura dei tumori.

Dichiarazione che ha provocato più di una preoccupazione sul futuro della struttura che dal 2008 garantisce le cure oncologiche e che, priva di autorizzazioni, potrebbe essere chiusa con conseguenze facilmente immaginabili per i circa 350 pazienti che ha in carico.

Parlando in audizione davanti alla Commissione regionale alla Sanità (che in realtà aveva convocato l’assessore Mario Nieddu) sui problemi dell’oncoematologia del nosocomio del capoluogo, Tidore ha ribadito quanto aveva già comunicato alla direzione dell’Assl: al san Martino non c’è un reparto di oncoematologia ma unicamente un ambulatorio di ematologia.

La Regione ha infatti negato l’autorizzazione all’apertura di una struttura complessa di oncoematologia. L’audizione, alla quale hanno partecipato anche i sette consiglieri regionali eletti nell’Oristanese, era stata fissata dopo la denuncia delle associazioni dei pazienti del caso di una anziana che da tre mesi rifiuta la chemioterapia perché sarebbe costretta a recarsi a Nuoro.

Per lei la Assl aveva messo a disposizione un’autoambulanza, ma la signora non se la sente di affrontare trasferte lunghe e frequenti. Giovedì prossimo il caso arriverà in tribunale dove, il giudice civile ha convocato le parti a seguito della richiesta di un provvedimento d’urgenza, presentato per conto della paziente dall’avvocata Rossella Oppo, che se adottato, obbligherebbe il san Martino a somministrare comunque le cure.

Parlando alla Commissione sanità, presieduta da Domenico Gallus, il direttore generale Tidore ha spiegato che per poter attivare un reparto anche a Oristano, andrebbe modificata la distribuzione dei posti letto della rete ospedaliera, approvata dal Consiglio regionale.

Durissimo il commento di Giorgio Vargiu, segretario regionale dell’Adiconsum, che assieme alle associazioni dei pazienti ha denunciato il caso e che ieri si sono riunite per decidere nuove iniziative di protesta. «Purtroppo l'audizione non ha sortito gli effetti sperati – ha detto Vargiu e non solo perché l’assessore non si è presentato, (ha inviato il direttore generale) creando uno sgarbo istituzionale nei confronti della Commissione, dei consiglieri di Oristano e del territorio oristanese».

Il segretario di Adiconsum sintetizza così quanto emerso in Commissione: «il direttore generale ha sostanzialmente dato parere negativo alle tre proposte che con le altre associazioni avevamo avanzato sia per risolvere sia l’emergenza rappresentata dal il problema della paziente che sospeso le cure, sia sul mancato riconoscimento formale della struttura di oncoematologia al San Martino, ampliandola contribuendo a risolvere il l’affollamento dell'Oncologico di Cagliari».

Secondo Vargiu, inoltre «per autorizzare la struttura di Oristano non è necessaria alcuna riconversione di posti letto, i posti letto per l'oncoematologia di Oristano esistono già e sono appunto due». Diversa la posizione del presidente della commissione sanità del consiglio regionale Domenico Gallus, che durante la conferenza stampa di qualche giorno fa detto che avrebbe contattato «in quanto medico la signora, chiedendole di accettare comunque la proposta della Assl di andare a Nuoro in ambulanza».

Duro il commento del consigliere regionale di Forza Italia Emanuele Cera secondo il quale invece è «doveroso un riequilibrio nelle dotazioni di uomini e mezzi e un doveroso adeguamento dei servizi erogati nella sanità oristanese, fortemente penalizzata a vantaggio di altri territori. Sono curioso di conoscere la risposta alla mia interrogazione e sono pronto a difendere con convinzione e determinazione la necessità che anche l’ospedale di Oristano sia definitivamente autorizzato quale centro specializzato per le cure oncoematologiche». Cera contesta le scelte fino ad ora attuate dalla Regione: «In questi anni la sanità nuorese ha fatto grandi passi avanti rispetto a quella oristanese: scelte molto discutibili, con la complicità della politica. Scelte scellerate che devono essere assolutamente riviste per ridare dignità e centralità alla nostra provincia e soprattutto assicurare il diritto alla salute».

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