La Nuova Sardegna

Oristano

Norbello saluta la sua Stefania

di Maria Antonietta Cossu
Norbello saluta la sua Stefania

Palloncini in cielo alla fine del funerale della 43enne morta dopo la caduta dal balcone a Is Arenas

23 giugno 2020
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NORBELLO. Dolore e rimpianto. La morte di Stefania Piras, precipitata dal balcone della casa di villeggiatura nella marina di Narbolia, ha lasciato un grande senso di vuoto in quanti l’hanno conosciuta. Alle esequie celebrate ieri in cimitero – per evitare contatti troppo stretti – in un clima di grande commozione è apparso chiaro che tutto il bene seminato da Stefania nel corso della vita ha germogliato nei cuori delle persone che hanno incrociato i loro destini con il suo per un tempo lungo o breve.

L’affetto, la stima e la considerazione che la 43enne si era conquistata con la naturale propensione a donarsi, a spendersi per il prossimo, a progettare e a partecipare attivamente alla crescita sociale e culturale del paese si sono palesati nello sconforto, nel senso di smarrimento e nel pianto inconsolabile dei tanti compaesani, amici e conoscenti che ieri le hanno rivolto l'ultimo saluto.

Al momento del commiato la comunità ha avvolto in un ideale abbraccio i familiari della defunta stretti attorno al feretro. Per tutto il tempo della cerimonia funebre il marito, il padre, la madre e le sorelle hanno fissato con sguardo perso quella bara ammantata di rose e girasoli, quasi a non volersi rassegnare alla perdita improvvisa. Qualcuno soffocava a fatica le lacrime, altri non riuscivano a trattenerle con l’approssimarsi del triste rito della sepoltura. Alle cinque poi si sono librati nell’aria palloncini bianchi, rosa e rossi. Il tempo di lasciare andare Stefania era arrivato. Ma nel suo cammino terreno ha lasciato un insegnamento prezioso alla comunità e a quanti, fuori dal suo paese natale, hanno imparato ad apprezzarla per la dedizione verso il prossimo e per l’entusiasmo che metteva in qualunque attività di volontariato, progetto o iniziativa culturale svolti nell’ambito del suo impegno civile, per la diocesi e per la parrocchia.

Il segno lasciato da Stefania Piras si è colto nelle parole pronunciate dal parroco don Mario Cuscusa che ha officiato messa con alcuni sacerdoti della foranìa: «Stefania era una persona poliedrica, aveva una fantasia creatrice, una dinamicità coinvolgente, disponibilità e generosità di tempo e di sorrisi. Nonostante i molteplici impegni trovava sempre uno spazio per tutti. Ha costruito un capitale. Non certo di cose materiali, non per il prestigio personale, ma per gli altri. Per la comunità di Norbello e per la chiesa diocesana nel suo impegno in Azione cattolica. Vi ha affidato un compito, una responsabilità: portare avanti il suo progetto di amore. Concepire la vita come un dono da offrire agli altri. Vivere la propria vita per gli altri è un atto di amore più forte della morte, perché noi possiamo scomparire ma tutto ciò che di bello e di grande abbiamo espresso rimarrà per sempre».

Poi il sacerdote ha proseguito: «Stefania ha affidato questo capitale culturale e spirituale a tutti coloro che l’hanno amata e le sono stati vicino. Raccoglieranno, spero, questa eredità e la faranno crescere con il loro impegno, la loro passione, la loro fede in Dio e il loro amore. Stefania, a nome di tutti, grazie».

A definire la profondità dell’impronta lasciata sono state anche le testimonianze toccanti di una parrocchiana e del presidente dell’Azione cattolica diocesana Filippo Scalas, che hanno ricordato l’impegno dell’amica e collaboratrice per i bambini e i giovani. Il sindaco Matteo Manca ha sottolineato ancora una volta il suo coinvolgimento attivo e appassionato nella vita comunitaria di Norbello e ha annunciato l’intitolazione a suo nome del nascituro Parco della musica e delle parole. Così il paese ne custodirà la memoria.

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