La Nuova Sardegna

Oristano

«Aspettiamo solo un foglio da Anas»

«Aspettiamo solo un foglio da Anas»

Sulla 292 terzo anno sprecato. E la Provincia scarica le colpe del ritardo sulla società controllata da Ferrovie 

21 ottobre 2020
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ORISTANO. Manca solo la palla di erba secca che rotola nei deserti del Far West, nel cantiere per l'adeguamento del troncone della statale 292 tra la Carlo Felice e il Rimedio all'ingresso Nord di Oristano. Ma in realtà manca solo un foglio di carta, con la firma e il timbro del dirigente Anas. Quando arriverà i lavori ripartiranno.

«Manca l'autorizzazione dell'Anas per chiudere un tratto di strada interessato dai lavori». Così gli uffici della Provincia spiegano la mancata ripresa dei lavori dopo il lockdown sulla 292 all'altezza del cimitero di Nuraxinieddu. A tre mesi di distanza i lavori, che implicheranno anche una scomoda deviazione per chi viaggia in direzione Oristano, non sono ancora cominciati

Cominciati nel febbraio 2015, i lavori non si sono mai conclusi ed è ormai dal lockdown di inizio marzo che non si vedono – se non per sparute apparizioni – operai e mezzi in quel tratto di 5 chilometri che costeggia le frazioni di Massama e Nuraxinieddu. Che le cose non sarebbero andate a passo svelto lo si era capito fin dall'inizio: consegnato dalla Provincia il 7 novembre del 2013, la prima pietra del cantiere è stata posata solo un anno e mezzo dopo, intorno al 20 febbraio 2015, con la chiusura della strada tra la 131 e il cimitero di Massama. Tanti saluti, così, alla prima data di ultimazione dei lavori che era fissata per il 25 aprile 2016. Tutto sarebbe dovuto essere pronto entro agosto del 2017: più di due anni dopo la chiusura del cantiere è un miraggio. A rileggerle, lasciano interdetti le dichiarazioni rilasciate nel 2008 dall'allora assessore ai Lavori pubblici della Provincia, Franco Serra, quando cominciava la procedura per la progettazione della strada: «È arrivato il momento di un'accelerazione». Per quel che riguarda la velocità dei lavori, sembra che vigano gli stessi limiti a cui sono sottoposti, a causa del cantiere interminabile, gli automobilisti che percorrono l'ingresso Nord. Quella del cantiere, appaltato per 2 milioni e 865 mila euro alla romagnola Iter e alla cagliaritana So.Ge.La dopo un ribasso monstre del 38%, è una storia travagliata. Ritardi, difficoltà nelle comunicazioni tra l'Anas – all'epoca proprietaria della strada che oggi è passata sotto il controllo del Comune – e la Provincia – che ha commissionato i lavori su delega e finanziamento della Regione – e lamentele inascoltate dei residenti delle due frazioni. Pochi mesi dopo l'inizio dei lavori, saltano fuori le tubature dell'acquedotto di Oristano, e per spostarle – operazione che viene svolta con molta calma – vengono stanziati altri 240 mila euro. Poi ad aprile 2016, la ITER finisce in concordato misto e cede il ramo d'azienda alla So.Ge.La, che riprende i lavori solo il primo giugno. La strada riapre solo ad agosto, dopo 18 mesi di sacrifici per gli utenti dell'ingresso Nord. Il cantiere si sposta nel tratto tra Nuraxinieddu e il Rimedio, ma la lentezza dei lavori è esasperante e ancora oggi alcuni tratti non sono ancora completi.

Davide Pinna

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