La Nuova Sardegna

Oristano

La rabbia degli infermieri «Siamo in pericolo»

La rabbia degli infermieri «Siamo in pericolo»

Il personale, escluso i dirigenti sindacali, non può parlare con la stampa, pena gravi sanzioni. Per questo motivo solo i sindacati parlano e si fanno sentire con la dirigenza della Assl. Così gli...

21 ottobre 2020
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Il personale, escluso i dirigenti sindacali, non può parlare con la stampa, pena gravi sanzioni. Per questo motivo solo i sindacati parlano e si fanno sentire con la dirigenza della Assl. Così gli infermieri del Pronto soccorso, memori anche delle esperienze personali dei loro colleghi in Lombardia nei mesi più devastanti l’epidemia, ieri hanno stilato un documento, il cui contenuto è presente anche nella nota che la segreteria regionale della Fsi-Usae ha inviato ai vertici della sanità sarda, nel quale si criticano scelte ritenute sbagliate e si chiedono almeno gli istituti contrattuali sin qui negati. «L’Unità Operativa di Pronto Soccorso si sta prodigando per far fronte all’emergenza COVID-19 con impegno e professionalità, ma

attualmente siamo costretti a lavorare in una situazione che mette in grave pericolo la nostra incolumità e quella dei pazienti che assistiamo e che si fa più precaria di giorno in giorno. Abbiamo 7 pazienti positivi in una area destinata ad accogliere solo per poco tempo i pazienti dubbi; i positivi sono collocati in locali non idonei strutturalmente e logisticamente; i pazienti “sospetti” vengono necessariamente accolti e visitati negli ambulatori del percorso un tempo “pulito”, insieme ai pazienti non sospetti; mancano presidi personali come le mascherine; mancano infermieri, così che se ne richiamano al lavoro lo stesso giorno due volte. Il personale non può dividersi tra area no covid e area covid».

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