La Nuova Sardegna

Oristano

Sprangate per un debito, la condanna è doppia

di Enrico Carta
Sprangate per un debito, la condanna è doppia

Terralba, imputati accusati di tentato omicidio e rapina nei confronti di un amico Lo aggredirono e lo lasciarono moribondo: pene di 8 anni e 10 mesi e 8 anni

03 dicembre 2020
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TERRALBA. I debiti erano il movente. Maturati nel mondo non sempre lineare dei consumatori di stupefacenti, avevano lasciato qualche strascico nel rapporto tra alcuni amici. Non proprio amici verrebbe da dire, perché poi il regolamento di conti, stavolta tale anche in senso letterale e non solo per la punizione fisica inflitta, lasciò moribondo in un terreno alla periferia di Terralba il 53enne Stefano Megaro.

L’aggressione, architettata con l’inganno, avvenne nella zona di Mulinu Mannu a marzo del 2019 e con le accuse di tentato omicidio e rapina sono stati condannati a otto anni e dieci mesi e a otto anni due vecchie conoscenze della vittima, Remo Carcangiu 43enne di Marrubiu, e Claudio Manca 45enne di Terralba. Il primo convinse Stefano Megaro a uscire per un giro e due chiacchiere tra amici. Sembrava una serata normale, invece accadde qualcosa che la vittima non aveva previsto.

Arrivati alla periferia del paese, Remo Carcangiu convinse Megaro a parcheggiare l’auto, ma evidentemente non era un’azione disinteressata perché lì c’era un appuntamento con il complice. Claudio Manca, riconosciuto solo diversi giorni più tardi perché nel momento dell’aggressione aveva il volto coperto da un passamontagna, aprì lo sportello, scaraventò fuori dall’auto Stefano Megaro e iniziò a massacrarlo di botte usando un bastone. Aiutato immediatamente anche da Remo Carcangiu.

Questa è stata la ricostruzione del pubblico ministero Marco De Crescenzo che ha trovato sostegno anche nell’avvocato di parte civile Roberto Martani e quindi nella sentenza della giudice per le indagini preliminari Silvia Palmas, davanti alla quale si è celebrato il processo con rito abbreviato. Quest’ultima ha stabilito che i due imputati debbano anche risarcire la vittima e per ora ha imposto una provvisionale di 20mila euro, in attesa di definire l’entità del danno nel giudizio in sede civile.

Gli avvocati difensori Fabio Costa e Antonello Spada, legali rispettivamente di Manca e Carcangiu, hanno invece entrambi sostenuto che le imputazioni di tentato omicidio e di rapina non rispondessero alla realtà dei fatti, fermo restando che nessuna analisi particolare è stata fatta sugli oggetti poi diventati corpo di reato ovvero i passamontagna e le spranghe ritrovate qualche giorno dopo l’episodio a casa di Claudio Manca.

Per la difesa le lesioni, sebbene tali da comportare l’asportazione della milza, non sarebbero state tali da provocare la morte. Anche la rapina dell’auto non sussisterebbe: il fatto che fu portata via e abbandonata in un campo sarebbe voluto essere solamente una ritorsione nei confronti di chi doveva loro dei soldi. Tesi che la giudice non ha accolto.

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