La Nuova Sardegna

Oristano

Caccia agli evasori, in cassa mancano più di 700mila euro

di Davide Pinna
Caccia agli evasori, in cassa mancano più di 700mila euro

Sono 452 i soggetti che non hanno pagato Imu e Tari L’amministrazione ha concluso gli accertamenti sui morosi

19 dicembre 2020
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ORISTANO. È una sorta di inseguimento continuo e, in una parte significativa dei casi, infruttuoso. L’evasione delle imposte comunali comporta il mancato ingresso, ogni anno, di centinaia di migliaia euro nelle casse comunali. Per recuperarli, bisogna spendere altre risorse, dato che è necessario predisporre le liste dei debitori, inviare gli atti di accertamento e, se necessario, mettere in campo anche le procedure esecutive. L’ultima tranche di accertamenti, inviati tra gennaio e novembre di quest’anno, supera i 700mila euro e riguarda 452 evasori.

I motivi del mancato pagamento possono essere molteplici. C’è chi banalmente si dimentica e chi invece non salda il conto perché non ha i soldi e questo è un numero destinato a crescere con l’acuirsi della crisi economica. C’è anche, però, chi non paga di proposito, convinto che alla fine il Comune non riesca a stare appresso a tutte le procedure e che le cartelle esattoriali vadano in prescrizione. D’altra parte, è l’amministrazione stessa a specificare nei bandi di gara per il recupero dei debiti tributari che in genere si riesce a incassare meno della metà di quanto i cittadini debbano. E questo comporta l’avvio di un circolo vizioso che lascia le casse del Comune sempre più al verde.

Una volta effettuati gli accertamenti sui debiti tributari, la somma finisce per intero nel fondo per i crediti di dubbia esigibilità. Ciò significa che, se il Comune vanta crediti tributari per 100mila euro, una somma equivalente dovrà essere congelata nel bilancio e si sbloccherà solo quando avverrà il recupero che, appunto, riguarda in genere una cifra molto più ridotta rispetto al totale.

Per quel che riguarda l'ultima partita di accertamenti del debito, la parte più importante riguarda l’Imu evasa da 375 soggetti tra il 2015 e il 2019, per un totale di poco meno di 500mila euro. Facendo una media, si ha un’evasione pro capite di 1.300 euro. Altre 77 partite riguardano invece l’evasione della Tari fra il 2014 e il 2019, per un totale di 262mila euro, che si riducono a 185mila euro, se si applica la sanzione ridotta.

La procedura per l’individuazione degli evasori comincia con le verifiche incrociate sulle banche dati catastali e tributarie. In questa fase vengono messe sotto la lente di ingrandimento situazioni che appaiono anomale, per via delle discrepanze troppo alte tra quanto si presume il cittadino avrebbe dovuto pagare e quanto poi effettivamente versato. Non è detto che in tutti i casi ci sia davvero stata evasione: entro sessanta giorni dalla notifica, infatti, i cittadini coinvolti potranno presentare la documentazione che dimostra la regolarità della propria posizione. Chi non potesse dimostrarlo, invece, dovrà pagare, ovviamente tenendo conto di sanzioni e interessi. Per chi non pagherà, scatterà tutta la procedura legata alla riscossione coattiva che il Comune può svolgere autonomamente oppure affidare all’Agenzia delle Entrate o a una società privata.

Non c’è solo chi non paga, però, e ci sono anche casi in cui viene versato molto più del dovuto. È capitato a un cittadino quest'anno: per un errore nell’utilizzo del proprio sistema di home banking, ha versato ben 8mila euro di Tari al Comune. Tutto risolto, per sua fortuna, e gli uffici hanno dato il via libera al rimborso completo.

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