La Nuova Sardegna

Oristano

Scarti animali, l’ultima battaglia

di Davide Pinna
Scarti animali, l’ultima battaglia

San Nicolò Arcidano, botta e risposta tra comitato e BS Green. Ora la decisione sul sì all’impianto

07 gennaio 2021
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SAN NICOLÒ ARCIDANO. La decisione della Regione sull’impianto di trattamento di scarti di origini animale e produzione di biogas sembra dietro l’angolo. Salvo ulteriori richieste di chiarimenti, infatti, la giunta regionale potrebbe esprimersi a breve, dato che sono trascorsi più di 90 giorni dalla presentazione dell’istanza da parte dell’azienda proponente, la cagliaritana BS Green. Resta da capire quali saranno le conclusioni tecniche a cui perverranno gli uffici regionali del Servizio ambiente.

Proprio su questo terreno, nelle ultime due settimane di dicembre, si è consumata l’ultima battaglia fra la BS Green e il comitato civico dei contrari “Non è aria”, con la presentazione delle osservazioni da parte di questi ultimi e le controdeduzioni della società. Undici i punti sollevati dal comitato, rappresentato da Giancarlo Deligia, e undici le risposte della ditta, guidata dall’ingegnere oristanese Andrea Massidda.

Grande attenzione è stata riservata alle distanze dal centro abitato e dagli edifici sparsi nelle campagne arcidanesi e dei comuni confinanti. Per il comitato non è vero che le case più meridionali dell’abitato si trovino oltre il raggio di 4 chilometri dall’impianto, situato nell’area Pip di Genna Crabile, e quindi a distanze diverse rispetto alle misurazioni indicate dalla BS Green. La ditta però replica confermando che la periferia meridionale è sì a una distanza di 3.700 metri, ma che le misurazioni indicate sono assolutamente corrette perché prendono in considerazione il centro abitato nella sua interezza.

Stesso copione per le aziende agricole e agrituristiche: il comitato considera l’impianto troppo vicino, mentre per l’azienda è al di fuori del raggio di influenza. Gli oppositori, poi, chiedono ulteriori chiarimenti sui possibili effetti negativi sulle aziende agricole del circondario. La risposta della società è che gli unici impatti possibili sarebbero positivi, dato che alle aziende verrebbe fornito compost e fertilizzante. C’è quindi il problema delle fognature: il depuratore della zona industriale non reggerebbe l’attività industriale. La BS Green replica che il Comune ha garantito la piena funzionalità del depuratore e assicura che saranno sversati solo reflui assimilabili a quelli urbani.

Un’altra grande preoccupazione dei contrari è legata all’aumento del traffico: «Arcidano non ha una circonvallazione». «Esiste comunque una viabilità alternativa al centro abitato», risponde la società cagliaritana, che poi aggiunge che i trasporti saranno effettuati su furgoni frigo con un incremento del traffico irrilevante. Comitato e società si scontrano anche sul tema della sicurezza e della manutenzione: tema poco approfondito nei progetti, secondo i primi, mentre la BS Green afferma che tutto è in regola e non ci sono pericoli di sicurezza in alcuna della fasi di vitali dell’impianto. Tutti hanno parlato e in un casinò direbbero che i giochi son fatti: ora tocca al mazziere, la Regione, stabilire chi ha in mano le carte vincenti.

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