La Nuova Sardegna

Oristano

Scarseggiano i medici in altri 4 reparti dell’ospedale malato

Scarseggiano i medici in altri 4 reparti dell’ospedale malato

Nuovo capitolo del dossier Cimo sulle carenze di personale I trasferimenti verso altre sedi non vengono compensati

24 febbraio 2021
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ORISTANO. Continuiamo con altri reparti del San Martino la pubblicazione, in versione ridotta, del dossier che il sindacato dei medici Cimo ha inviato a dirigenti della Assl e alle istituzioni locali per testimoniare le difficoltà ormai quotidiane nelle quali si dibatte il San Martino. L’allarme del sindacato non è tanto per il presente quanto per il futuro prossimo. Con l’attuale sistema di assegnazione delle forze nel territorio, a un calo della richiesta, per i più svariati motivi, corrisponde una riduzione della offerta. In pratica: meno prestazioni sanitarie comportano nel medio termine una riduzione del servizio offerto. Entrare in un perverso circuito che si autoalimenta è l’attuale rischio per tutti gli ospedali “periferici”. Il San Martino apre questa non invidiabile lista. Di seguito la fotografia di altri reparti dell’ospedale più importante della provincia, così come viene prospettata dalla Cimo.

Anestesia e Rianimazione. Sono presenti attualmente: 14 dirigenti medici e 2 specializzande che non possono esercitare autonomamente. Il responsabile è stato trasferito a Bosa. Un medico è in gravidanza e non è stata non sostituita, altri due inizialmente trasferiti a Sassari per il covid sono ora stati definitivamente trasferiti a Cagliari in mobilità. Non più tardi di 18-24 mesi fa a Oristano erano presenti 22 anestesisti rianimatori. Con questi numeri alla riapertura non è stato possibile garantire la routine operatoria dei vari reparti e neppure tutti gli ambulatori. Anche questo reparto vi sono state positività al Covid 5 medici, 5 infermieri e OSS. Stante questa situazione di grave sofferenza di organico ci si appresta a perdere più unità nei prossimi mesi vuoi per trasferimenti a seguito di regolari concorsi vuoi per motivi familiari vuoi per licenziamento per andare a lavorare in altra struttura. La situazione è destinata ad aggravarsi.

Radiologia. Organico previsto 14 medici; attualmente vi sono 8 medici al Dea più il primario e più 2 che sono dislocati alla radiologia del territorio ma che non partecipano all’attività del Dea ovvero non fanno esami in urgenza ne turnazioni notturne o nei festive e sono dedicati alla senologia. Un medico si è licenziato il 15 luglio e non è stto sostituito. Una collega è in congedo per malattia che durerà a lungo. E’ stata da poco assunta con contatto a tempo determinato una collega che è specialista da circa 2 mesi. Con questo organico non è possibile riprendere l’attività per gli esterni. In definitiva al DEA lavorano attualmente 8 medici che devono coprire le urgenze delle 24 ore su tre turni e che devono svolgere esami di 4 metodiche differenti durante la giornata, per i 2 turni di mattina e pomeriggio, non essendo ciò possibile non si eseguono esami di risonanza il sabato e tutti i pomeriggi. In questo momento è inoltre sospesa qualsiasi tipo di prestazione esterna e anche la tac è sottoutilizzata. Ovviamente in questo discorso non rientrano le urgenze anche esterne che il personale ha comunque sempre garantito. Viceversa il comparto tecnico consta di 25 tecnici sanitari di radiologia. L’organico appare peraltro squilibrato nel rapporto medici/tecnici.

Pediatria . La riforma sanitaria voluta dal direttore della Ats Fulvio Moirano aveva previsto per Oristano 14 pediatri più il primario. Il primario manca da due anni. L’organico è composto da 9 medici compresa la facente funzioni che svolge compatibilmente con le sue funzioni turni diurni. Tra esenti e destinati ad altri servizi, i medici turnisti sulle 24 ore sono solamente 6. Tutto questo per un reparto che prima del Covid faceva circa 400 ricoveri all’anno e 230 ricoveri in osservazione breve, e i cui medici devono inoltre assistere a circa 600 parti all’anno e si occupano anche di circa 15 trasferimenti all’anno per patologie complesse o per pazienti chirurgici che non possono essere trattati ad Oristano. Inoltre c’è l’annosa questione del P.S. pediatrico che di fatto grava sul reparto essendo stato abilitato da tempo dalla Assl nei percorsi aziendali e che ha valutato lo scorso anno circa 4000 pazienti, ma che viene riconosciuto o disconosciuto dalla stessa Assl a seconda della convenienza. Quest’anno dovrebbero andare in pensione per motivi differenti 4 colleghe rendendo di fatto impossibile il proseguimento delle attività sia di reparto che di assistenza al parto. Pare veramente assolutamente superfluo dire quanto questa prospettiva sia pericolosa e da evitare si rammenta infatti che si perderebbe, senza un reparto di pediatria, l’accreditamento di ospedale di I livello senza contare le ripercussioni a livello del polo nascite. Infine è di questi giorni la notizia che una collega sarà trasferita per mobilità a Cagliari, con nulla osta aziendale dal 1 marzo come data di trasferimento, lasciando un ulteriore vuoto in organico. Si tratta della collega che in questi anni è stata incaricata di occuparsi dei diabetici. A completare il quadro si segnala che vi sono più colleghi almeno 3 che hanno chiesto il trasferimento a Oristano senza avere nessuna risposta, mentre siamo a conoscenza del trasferimento di alcuni colleghi verso altri ospedali. di recente è arrivata una collega da Pordenone a mettere una pezza alla situazione. Il reparto deve garantire la degenza, le urgenze del Ps pediatrico, l’assistenza al parto, la patologia neonatale e gli eventuali trasferimenti H 24.(2.continua)

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